“Ragazzi di Buda” e quel bisogno di sentirsi ritrovati in una grande comunità
riceviamo da Diego Petrucci e volentieri pubblichiamo
Mi hanno insegnato che una comunità è tale se è capace di cantare insieme ed è tanto forte, quanto più forte riesce a farlo!
Ebbene Atreju19 è stata non solo la consacrazione, anche a livello internazionale, di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni, ma anche (e soprattutto) il momento nel quale una comunità si è ritrovata. E ne avevamo bisogno!
“Una delle più belle canzoni”, ha detto Orban
“In italiano è stata scritta una delle più belle canzoni sull’Ungheria” e alle parole, tanto gradite, quanto inaspettate, del premier ungherese Orban, le centinaia di presenti sotto il tendone dell’isola Tiberina hanno risposto cantando; e mentre cantavano si sono (ri)trovate!
Sulle note di ‘Ragazzi di Buda’ gli uomini e le donne di Fratelli d’Italia, parlamentari, sindaci, amministratori locali e attivisti, di ogni età e provenienti da ogni parte d’Italia, hanno urlato a squarciagola la loro voglia ed il loro bisogno di essere comunità!
Finisce una lunga diaspora
Penso che in questi giorni ad Atreju si sia definitivamente conclusa la lunga diaspora di Alleanza Nazionale e se c’è un momento che si debba eleggere a simbolo di questo, ebbene sì penso che sia proprio sulle note delle notti ungheresi.
Già il concetto di comunità e di comunitarismo ce lo ha ricordato proprio il nostro direttore in un editoriale di questi giorni: “Avete presente che vuol dire una comunità? Una moltitudine che si abbraccia per il solo fatto di credere negli stessi valori anche non conoscendosi.”
E quel canto era tanto forte come quegli abbracci stretti che si danno quando ci si rincontra dopo lungo tempo!