Uno studio dei ricercatori italiani dà nuove speranze ai malati di Parkinson
Un’altra svolta che potrebbe essere fondamentale per il Parkinson. Un nuovo successo per gli studiosi italiani. I ricercatori hanno somministrato resolvina D1 in modelli di laboratorio. Dopo due mesi di trattamento, hanno potuto osservare una progressiva riduzione dello stato infiammatorio e del processo degenerativo.Si sono ridotti anche i sintomi motori e comportamentali caratteristici della malattia.
È una scoperta italiana che funge da freno alla progressione del Parkinson. La chiave, come detto, è rappresentata dalle resolvine, molecole prodotte dal nostro organismo per spegnere processi infiammatori e riparare i tessuti danneggiati. Da tempo la ricerca sta puntando i riflettori sui possibili rapporti tra stati infiammatori e malattie neurodegenerative.
Nel nuovo studio pubblicato su Nature Communications, ricercatori dell’Università di Roma Tor Vergata, Fondazione Santa Lucia Irccs e Università Campus Bio-Medico di Roma hanno prima rilevato un ridotto livello di una specifica resolvina, la resolvina D1, in pazienti affetti dalla patologia. Quindi