Carfagna contro i “magnifici 4” che comandano in Forza Italia: «Fate solo i reggicoda di Salvini»
Non nasconde né l’amarezza né la rabbia, Mara Carfagna. Avverte Forza Italia che la situazione, per il partito, sta diventando pericolosa. E assicura che non ha nessuna intenzione di sbarcare sulla sponda di Renzi («combatto la mia battaglia interna, mai con lui»). Gli ultimi dati elettorali sono l’ulteriore segnale. Nel mirino ci sono i vertici azzurri, i “magnifici quattro” che lei non chiama per nome e cognome. Ma che sono la causa del disastro.
Mara Carfagna contro «il quadrumvirato che guida FI»
«In un quadro generale in cui tutto il centrodestra cresce e arriva ad espugnare una regione rossa come l’Umbria, deve far riflettere il dato di Forza Italia. Perdiamo consensi. Abbiamo giocato una battaglia sulla difensiva, arrivando poco sopra la soglia di sbarramento».
«La classe dirigente, il quadrumvirato che oggi guida Fi, prima di inneggiare alla vittoria deve fare una presa di coscienza. È fondamentale che il dato venga valutato. Me lo aspetto io, ma soprattutto quelle persone che ancora credono nei valori liberali che rappresentiamo. E cioè i molti che non si rassegnano a un centrodestra a trazione sovranista».
«Bisogna dare un segnale d’orgoglio»
Forza Italia «deve dare un segnale di orgoglio, deve dimostrare di esistere. Limitarsi a fare i reggicoda di Salvini non porta a nulla, perché tra la copia e l’originale, gli elettori sceglieranno sempre l’originale». «Oggi – spiega la Carfagna – la coalizione sembra aver ritrovato l’unità. Di questo non posso che essere felice, anche perché solo così si batte la sinistra. Mi chiedo però se ci si possa fidare di questa nuova linea inclusiva della Lega. Fino a pochi giorni fa maltrattava Forza Italia e proponeva Di Maio presidente del Consiglio».
Poi aggiunge: «Mi chiedo quanto Salvini e Meloni terranno in considerazione un alleato che pesa così poco. È quindi fondamentale che Forza Italia ritorni ad avere un peso numerico considerevole. Intendo combattere la mia battaglia in questa metà campo, quella in cui sono da sempre».