«Don Massimo Biancalani pensa solo ai migranti. Cacciatelo». I parrocchiani non ne possono più
Don Massimo Biancalani finisce ancora una volta sotto i riflettori. Ma questa volta non per le sue battaglie contro Matteo Salvini. I parrocchiani di Ramini chiedono al vescovo la sua rimozione da parroco di Vicofaro e l’arrivo di un nuovo sacerdote. Don Massimo Biancalani è diventato famoso per aver spalancato le porte ai migranti e per i suoi attacchi contro Salvini quando era ministro. E i fedeli si ribellano, come si legge su La Nazione. «Non vengono più fatte le estreme unzioni, il coro è stato cancellato, i pochi bambini che seguono il catechismo sono costretti a stare in chiesa o nei locali della Misericordia. Altri si sono trasferiti in altre parrocchie».
Don Biancalani finisce sott’accusa
E poi ancora: «Non solo, nel corso di un funerale, lo scorso luglio, l’acquasantiera della chiesa si presentava come un posacenere. Le biciclette spesso vengono lasciate appoggiate all’altare della sacrestia» continuano a raccontare i fedeli, giunti a un punto di non ritorno. «Il vescovo Tardelli, che ci ha incontrati lo scorso febbraio, ci aveva anche chiesto il massimo riserbo sulla questione e detto che sarebbe intervenuto in prima persona organizzando una riunione in chiesa insieme a don Massimo Biancalani. Siamo a ottobre e nessuno si è fatto vivo mentre la comunità parrocchiale è praticamente distrutta».
L’appello al vescovo
E infine concludono: «Non organizza più la festa della parrocchia perché lamenta l’assenza di soldi. A volte si dimentica anche delle messe a suffragio dei defunti e dei funerali. A questo punto chiediamo che venga rimosso e che il vescovo ci ascolti».
Nihil Novi sub sole. Questo parroco propone nel proprio piccolo il modello della Chiesa di questo controverso Papà, per cui hanno diritto alla cristiana misericordia solo i clandestini, a discapito di tutti e tutto. Poco importa se tutt’intorno è uno scempio, se i disagi sociali degli italiani non meritano alcuna attenzione; poco importa se ormai siamo preda della mafia nigeriana e dei sistematici attacchi all’arma bianca ad inermi cittadini o alle forze dell’ordine; la parola d’ordine è difendere ad oltranza l’immigrato : noi possiamo anche scomparire, è bene che c’è ne facciamo una ragione