Donald Trump legato e brutalizzato “in effigie” in una squallida pubblicità di sportswear (video)

21 Ott 2019 18:37 - di Redazione

Non si sa più a cosa ricorrere per attaccare Donald Trump. Il Presidente degli Stati Uniti Trump appare legato stile bondage e brutalizzato da una donna inferocita in abiti sportivi. È questo lo squallido soggetto dell’ultima campagna pubblicitaria dell’azienda Usa di abbigliamento sportivo Dhvani. Spot realizzato ricorrendo ad un sosia del Presidente statunitense. Una pubblicità che campeggia, fra l’altro, proprio al centro di New York, a Time Square. L’azienda di sportsweare prende così posizione contro un provvedimento anti aborto dell’amministrazione Trump. Riguarda le cliniche di pianificazione familiare che ricevono fondi federali.

L’odio verso Trump aumenta il fatturato

Sulla scelta della Dhvani, la cui campagna è partita nei giorni scorsi, più che rischi legali pesavano quelli di perdita di fatturato. E infatti la campagna pubblicitaria così nettamente anti Trump poteva causare la reazione di non acquistarne i prodotti dell’azienda. Almeno da parte dei consumatori Usa che sostengono Trump. Ma anche quelli che ne apprezzano in particolare le posizioni in materia di aborto. Ma non è accaduto. La Dhvani, col suo amministratore delegato Avi Brown, ha fatto una dichiarazione. “Ci rendiamo conto che alcuni dei nostri clienti non saranno d’accordo con il nostro attivismo e per noi va bene. Non abbiamo paura di fare dichiarazioni audaci ed esercitare i nostri diritti contenuti nel primo emendamento”. Un’audacia che è stata premiata dai consumatori, visto che secondo l’azienda le vendite sono subito aumentate.

“In America sono più liberi che in Europa”

“Non è certamente il primo caso del genere negli Usa dove il presidente Trump già più volte è divenuto oggetto di provocazione pubblicitaria. Una cosa inconcepibile probabilmente qui in Italia dove a scherzare coi politici, le istituzioni si rischia come minimo il blocco della campagna o comunque una querela. Figurarsi fossero mai la figura del nostro Primo ministro o del Presidente della Repubblica”, sottolinea un esperto del settore. “Le aziende da noi tendono ad essere un po’ più, mi si passi il termine, democristiane. Intimorite da conseguenze e soprattutto perdita di consenso e vendite. Dhavani invece qui ha messo in gioco se stessa per sposare una causa contro un potente – conclude  – nella maniera più eclatante anche ai fini della comunicazione”.

 

 

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