Già si pensa al dopo Conte: i poteri forti tirano la volata a Draghi
C’è chi ipotizza un lavoro frenetico di Matteo Renzi per sostituire Giuseppe Conte con Mario Draghi, allargando l’ambito della maggioranza. E con l’obiettivo di portare un suo uomo al Quirinale. Altri, invece, ritengono che i poteri forti” – tecnici, professori, banchieri e montiani vari – abbiano già delineato le tappe. Una delle quali, la prima, potrebbe essere la débacle della maggioranza giallo-verde alle Regionali dell’Umbria, per poi aspettare il bis dell’Emilia. Di sicuro, alla vigilia dell’addio di Draghi all’Eurotower, in Italia i “big” della politica sono in fibrillazione.
Domani l’addio di Draghi alla Bce
Si chiude domani a Francoforte, davanti ai grandi d’Europa, la stagione dei saluti ufficiali per la fine di mandato di Mario Draghi alla presidenza della Bce. Otto anni dopo aver preso le redini della Banca centrale da Jean Claude Trichet, il banchiere italiano passerà le consegne ad un altro esponente francese, Christine Lagarde- La donna è reduce dall’esperienza di direttore generale del Fondo Monetario Internazionale.
L’appuntamento è alle 15 presso la Bce e si aprirà con i discorsi di Angela Merkel (padrona di casa che silenziosamente ed efficacemente ha accompagnato le mosse di Draghi). Seguirà il presidente francese
Emmanuel Macron e dal nostro capo di Stato Sergio Mattarella (che sarà accompagnato dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri). Assente – probabilmente per ragioni di salute – il presidente della Commissione
Jean-Claude Juncker. Che a sua volta il 1° novembre avrebbe dovuto cedere il passo a Ursula von der Leyen, ma che dovrà attendere ancora per i ritardi nella composizione dell’esecutivo.
Dopo i tre leader salirà sul palco Christine Lagarde – presente anche otto anni fa all’addio di Trichet – che potrebbe lanciare qualche segnale sulla propria visione della Bce. L’ultima parola spetterà ovviamente a Mario Draghi. A chiudere la cerimonia la consegna da Draghi alla Lagarde della campanella usata dal presidente
dell’Eurotower per segnalare l’inizio delle riunioni del consiglio direttivo.
In campo Prodi, Padonan e Tria
“La costituzione della Bce è molto chiara, con un mandato che fissa un target di inflazione vicino ma inferiore
al 2%”. Ma con il suo coraggio e le sue politiche ‘non convenzionali’ nei suoi otto anni di presidenza Mario Draghi “ha aggiunto nei fatti al mandato della banca centrale l’importante obiettivo di garantire la stabilità e direi la sopravvivenza del sistema” finanziario. Così all’Adnkronos l’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, oggi
parlamentare Pd, sintetizza l’evoluzione che il banchiere centrale italiano è riuscito a far compiere all’Eurotower in una stagione difficilissima.
Complimenti anche da Tria e Prodi, entrambi ospiti della Annunziata. “La politica di Draghi con il Quantitative easing è stata rivolta a tutta l’Unione europea. E questo è stato un doppio vantaggio per l’Italia: la riduzione dei tassi d’interesse e la riduzione della spesa, ma anche il sostegno alla crescita europea che ha avuto un effetto ulteriore e un beneficio per l’Italia. Il grande merito di Draghi è stato il sostegno alla crescita europea”. Lo dice l’ex ministro dell’Economia Giovanni Tria a “Mezz’ora in più” su Rai3.
Dopo il tributo sul lavoro svolto, Romano Prodi – che culla da sempre speranze di Quirinale – analizza il futuro del Governatore in Italia. E dice: “Per Mario Draghi l’atterraggio non sarà assolutamente semplice in Italia. E’ una persona che ha una sua forza e che è difficile tirarlo da un lato o da un altro. Ma questo capita sempre a chi ha una personalità”.
“Comunque non lo si può accusare di essere stato un tenore, – ha detto Prodi – ha sempre cercato il consenso che gli ha dato la maggioranza. Il più delle volte si è preso la unanimità anche da chi non lo amava molto e questo è il consenso politico, non è fare il fenomeno”.
Draghi non è fesso……………non si farà intortare dai social-catto-comunisti, ha dovuto fare i salti mortali per salvare l’euro dai continui attacchi dei tassa e spendi a debito, li conosce bene e non si farà intortare da Mattarelle, ne dalle sirene degli economisti dell’8 settembre.
Caro prodi, cerchi di non cullare molto un Quirinale che non gli spetta, salvo che venga eletto dal popolo sovrano, ma ho grossi dubbi in merito. Presto il popolo sovrano sara’ l’unico che nominera’ chi deve sedere in quella poltrona. Non di certo chi con mille sotterfugi ci obbligo’ ad entrare in Europa, cosa giusta, ma a costo di devastanti condizioni. Quindi abbandoni ogni speranza.