La Polizia penitenziaria pronta a mobilitarsi contro il governo per le sue rivendicazioni
Sono pronti alla mobilitazione i dirigenti e i funzionari del Corpo di Polizia Penitenziaria. Almeno quelli che aderiscono al Coordinamento di settore costituito in seno al Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe). È quanto emerso dalla riunione del Coordinamento nazionale riunito a Roma. Lo spiega Donato Capece, segretario generale del Sappe. ”I dirigenti e i funzionari della Polizia Penitenziaria aderenti al primo Sindacato del Corpo, il Sappe, si sentono fortemente penalizzati dal nuovo provvedimento di riordino delle carriere. Il provvedimento è stato elaborato e concepito dalle élites ministeriali in danno di chi ogni giorno ha il carico della responsabilità di comandare Reparti di Case circondariali. Ma anche di Case di reclusione, di carceri per minori, di Nuclei traduzioni e piantonamenti e tanti altri settori di responsabilità della Polizia Penitenziaria.
La Polizia penitenziaria sul piede di guerra
Addirittura, è stato pensato di rinominare i dirigenti del Corpo. E non già vicequestori e questori penitenziari, come sarebbe logico, ma con la definizione di “intendenti” di garibaldina memoria!”. “Questo perché, nel Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – continua Capece – c’è chi evidentemente è ancora allergico alle prerogative di polizia connaturate al nostro Corpo. Corpo che rappresenta quasi il 90% del personale penitenziario. Ecco, i dirigenti e i funzionari del Sappe dicono basta a queste mortificazioni professionali. E sono pronti a far sentire la loro voce a Roma davanti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero della Giustizia”.
Il comandante del Corpo deve essere in divisa
Capece sottolinea che ”il nuovo riordino delle carriere con le altre Forze di Polizia deve assicurare uno sviluppo qualificato del personale. Nell’interesse dello stesso sistema penitenziario che è incentrato sullo sviluppo degli elementi del trattamento, sulla sua individualizzazione, sul rispetto della dignità e dei diritti fondamentali nell’esecuzione penale”. Il segretario generale evidenzia che per il Sappe ”si deve arrivare ad avere un Comandante del Corpo di Polizia Penitenziaria in divisa. Che provenga cioè dai ruoli del Corpo come le altre Forze di Polizia, e non più appannaggio di esponenti della magistratura. Una riorganizzazione del Corpo di Polizia Penitenziaria in questo senso può essere più funzionale al sistema della sicurezza del Paese. ”Anche per questo – conclude Capece -auspichiamo un incontro con il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e con il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede”.