L’Islam insegnato a forza di pugni: il «giusto castigo» dell’Imam ai bambini

1 Ott 2019 14:40 - di Luciana Delli Colli
imam

Li prendeva a pugni, li strattonava, li minacciava. Li teneva, hanno spiegato gli investigatori, «in uno stato di terrore e pressione psicologica 7 giorni su 7». Sono le violenze subite da bambini tra i 4 e i 10 anni da parte dell’Imam cui erano affidati per le lezioni di religione. L’uomo, un 23nne del Bangladesh, è stato arrestato al termine di una «articolata attività d’indagine» della Digos, coordinata dalla Procura di Padova. L’Imam era in Italia con un permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Le violenze si verificavano presso il centro di preghiera “Bangladesh cultural center” del quartiere Arcella, dove l’Imam teneva lezioni tutti i pomeriggi e si occupava anche delle preghiere degli adulti.

Per l’Imam le violenze erano un «giusto castigo»

A far emergere il caso sono stati la stessa comunità islamica e le maestre dei bambini, tutti originari del Bangladesh. I piccoli avevano raccontato ai genitori le violenze, le maestre ne avevano colto i cambiamenti d’umore. Uno di loro, poi, secondo quanto emerso, si sarebbe rivolto a un compagno malmenato chiedendo: «Ma perché non lo denunci?». I piccoli alunni venivano vessati per banalità come un errore nella preghiera. Il loro aguzzino riteneva che le violenze fossero un «giusto castigo». Nel corso delle indagini sono emersi anche legami con un’associazione di cittadini del Bangladesh di Pieve di Soligo (Treviso), a sua volta oggetto di un’indagine per maltrattamenti.

Donazzan: «Serve una legge per i controlli»

«Auspico che sempre più si trovi il coraggio per denunciare e perseguire queste condotte pericolose e lontane dalla nostra cultura», ha commentato l’assessore alla Scuola della Regione Veneto Elena Donazzan, ringraziando le forze dell’ordine. «È sempre preoccupante che, in nome di una religione mal interpretata da alcuni Imam, vengano sottaciuti fatti così gravi e incompatibili con la nostra civiltà», ha aggiunto l’esponente di FdI. «Le Prefetture – ha esortato l’assessore – insistano nel controllare e vigilare su queste realtà. Appare sempre più urgente la necessità di una legislazione che regoli e preveda accurati controlli di queste attività di indottrinamento, allontanando dall’Italia eventuali soggetti dimostratisi integralisti o violenti».

La Lega: «Chiudere il centro islamico»

Sdegno è stato espresso anche dal sindaco Pd, Sergio Giordani. «I bambini non si toccano e questo lavoro intelligente delle istituzioni per circoscrivere e reprimere fenomeni inaccettabili è – ha sostenuto – il primo pilastro di una positiva integrazione per la quale tutti dobbiamo lavorare». Ma il senatore padovano Andrea Ostellari della Lega ha ricordato che quel centro islamico è «da sempre noto in quartiere per i disagi che provocano i suoi frequentatori». «Chiedo all’amministrazione comunale della mia città di chiuderlo», ha aggiunto, esortando anche «un controllo su tutti i centri islamici presenti sul nostro territorio».



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