Mafia nigeriana, Bonafede dà ragione alla Meloni: è un pericolo per la nostra sicurezza
Mafia nigeriana: il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede si accorge del pericolo. Un rischio denunciato più volte da Giorgia Meloni e da Fratelli d’Italia. “Tra i nigeriani c’è un forte integralismo islamico e la loro presenza potrebbe aumentare la minaccia terroristica in Italia”.
I proventi della mafia nigeriana
Bonafede lo ha detto parlando della mafia nigeriana durante l’audizione al comitato parlamentare per l’attuazione dell’accordo di Schengen. ”Parte del frutto dei proventi delle attività illecite arriva in Nigeria anche per finanziare i foreign fighters che sfruttano i flussi migratori per arrivare in Italia”, ha denunciato il ministro.
Bonafede ha poi reso noto che ”i detenuti nigeriani presenti in Italia sono in aumento . Al 24 settembre sono 1651, di cui 1468 uomini e 183 donne. Sono 112 nelle sezioni di alta sicurezza, 97 dei quali per associazione mafiosa”.
I detenuti a rischio radicalizzazione
In Italia, ha poi precisato Bonafede rispondendo alle domande dei componenti del comitato, ”i foreign fighters sono in numero molto inferiore rispetto a quelli di altri Stati”. E nel nostro paese ”il livello di lotta alla radicalizzazione è molto alto e su questo- ha assicurato il ministro- continueremo a investire”.
Ha poi fornito i dati: ”Sono 459 i detenuti presenti nelle carceri italiane segnalati per rischio radicalizzazione, tra questi 37 sono ristretti per fenomeni legati all’immigrazione clandestina ”.
Quanto ai numeri complessivi degli stranieri in carcere il ministro ha ricordato che ”su 60.865 detenuti in totale 20.292 sono stranieri , tra questi 3.211 comunitari. Le principali nazionalità rappresentate sono Marocco, Albania, Tunisia, Egitto, Senegal e Algeria”.
In riferimento ai reati legati all’immigrazione ”sono 296 quelli in carcere per tratta di esseri umani”. Bonafede ha poi ribadito il suo impegno ”per un tavolo interministeriale con Interni ed Esteri per accelerare il rimpatrio dei detenuti stranieri”.