Meloni pubblica i video sull’incoerenza di Zingaretti: «Ascoltate cosa diceva sulla Raggi…»
«Zingaretti: “Raggi? Non deve dimettersi ma risolvere problemi”. Eppure la sua opinione era completamente differente. Come fanno a prendere così in giro gli italiani? Sono senza vergogna!». Giorgia Meloni sulla sua pagina Facebook denuncia le giravolte di Nicola Zingaretti. E pubblica un video in cui fa un collage delle dichiarazioni del segretario del Pd: prima accusava Virginia Raggi e ora la difende. “L’Amore per la poltrona supera ogni ostacolo”, scrive Giorgia Meloni. Nel primo video si vede Zingaretti parlare contro il sindaco di Roma. Era il 28 luglio de 2017. In nel corso di una conferenza stampa sull’emergenza idrica della Capitale, Zingaretti aveva attaccato la Raggi che aveva chiamato in causa il governo e la Regione. «Il sindaco di Roma è anche azionista di maggioranza di Acea ed è sindaco della città metropolitana. Sono addolorato di questo continuo, inspiegabile e irresponsabile atteggiamento di scaricare le responsabilità su altri». E poi ancora il 18 aprile 2019. «La tragedia di questa città è scappata di mano da chi la governando. Noi abbiamo avuto in tre ani nove assessori che se ne sono andati…». Ora il trasformismo. Lilly Gruber gli chiede: «La Raggi dovrebbe dimettersi?». Ecco la risposta: «No, la Raggi dovrebbe affrontare con più decisione e più collegialità temi per troppo tempo irrisolti».
Meloni e la reazione del web
Tantissimi i commenti. Scrive Giuseppe: «La situazione di Roma Capitale sarà anche scappata di mano a chi la sta governando. Ma voi, caro Zingaretti, li avete rincorsi per poter governare con loro. Questa è la vostra coerenza. Complimenti». E un altro aggiunge: «Quanti anni son passati dall’elezione della Raggi, sindaco di Roma ? Nulla è migliorato anzi da quanto sento… peggiorato. Credo sia giunto il momento, per la Raggi, di dimostrare senza timore, la sua incapacità di gestire la nostra Capitale e presentare le dimissioni». Ironico Bruno: «Ognuno ha i suoi tempi, bisogna aspettare, al massimo fino a fine mandato, non di più. Salvo riconferma».