Mollicone: vergognosa decisione del Tar. L’Uomo Vitruviano deve restare in Italia

17 Ott 2019 14:44 - di Elsa Corsini
leonardo
L’Uomo Vitruviano deve restare in Italia. È polemica sulla sentenza del Tar del Veneto sul prestito del capolavoro di Leonardo al Louvre a pochi giorni dall’apertura della mostra parigina sul genio italiano. I giudici amministrativi del Veneto (l’opera si trova alla Galleria dell’Accademia di Venezia) hanno respinto il ricordo di Italia Nostra e capovolto  il verdetto del Tar del Lazio. Via libera quindi alla partenza dell’opera verso la capitale francese.

Mollicone: l’Uomo Vitruviano deve restare in Italia

«Riteniamo inammissibile la decisione del Tar del Veneto. L’opera di Leonardo, come evidenziato dai tecnici, è fragilissima e rischia di essere danneggiata». protesta Federico Mollicone, in prima linea contro il “regalo” alla Francia .«Se, come scrivono i giudici, non ci sono elementi di fondatezza nel mancato prestito, come mai il Tar del Lazio ha deciso in altra maniera?», chiede il deputato di Fratelli d’Italia.

Franceschini blocchi il prestito

«Il ministro Franceschini blocchi il prestito e salvaguardi l’opera. La giustizia amministrativa non ne tiene conto, ma esiste un sentimento nazionale da tutelare. Non possiamo farci trattare da vassalli dalla Francia. Leonardo era un genio universale, certo, ma italiano. E l’anniversario leonardesco avrebbe dovuto avere luogo in entrambe le nazioni, ma partendo dall’Italia». Discutibili secondo Mollicone anche le motivazioni del Tar a suffragio del via libera al prestito dell’Uomo Vitruviano. Vengono citati alcuni precedenti di opera prestate all’estero. Tra queste La Tempesta di Giorgione. Come si fa a paragonare un dipinto a olio di noce con un “foglio” come l’uomo di Vitruvio?
Il prestito è  il frutto di una complessa trattativa tra l’allora ministro grillino ai Beni Culturali,  Bonisoli, e quello francese. L’accordo prevede che Parigi, in cambio del disegno,  presti all’Italia alcuni dipinti di Raffaello.

Il ricorso di Italia Nostra: l’opera è inamovibile

È stata l’associazione Italia Nostra a definire «illegittimo» il trasferimento Venezia-Parigi e a fare ricorso al Tar chiedendo la sospensione dell’accordo per il «grave stato di salute» in cui si trova l’opera, considerata «inamovibile» secondo una perizia presentata. La sentenza del tribunale veneto (quello del Lazio aveva decretato lo stop) dà il semaforo verde all’operazione ma non chiude le polemiche. Scontata la soddisfazione del ministro Franceschini (che ha ereditato il dossier dal suo predecessore) che su Twitter plaude allo sblocco. «Ora può partire la grande operazione culturale italo-francese delle due mostre su Leonardo a Parigi e Raffaello a Roma».

Commenti

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  • Antonio 24 Febbraio 2020

    Ma che vadano a farsi friggere, Leonardo da Vinci era italiano e il nome deve restare italiano….che storpino pure i loro nomi se gli va, ma lascino il nostro Leonardo…..

  • Cecconi 17 Ottobre 2019

    No, l’On.le Mollicone sta sbagliando tutto in modo sciocco. Lo scambio di prestiti tra l’opera di Leonardo con due opere di Raffaello il prossimo anno all’Italia trovo che sia assolutamente giusto. In tal modo in realtà si diffonde l’Arte e la Cultura italiana nel mondo poiché “l’Uomo Vitruviano” va al Louvre, uno dei musei più importanti al mondo. Questa è pubblicità a costo zero per il nostro Paese come lo sono le due opere di Raffaello che verranno da noi il prossimo anno.

    Capisco molto bene la battaglia politica ma queste sortite rappresentano sempre ben altro che è meglio non scrivere perché sarebbe politicamente scorretto anche se appropriato. In questo modo si fa una cattiva pubblicità proprio per il partito che si vuole rappresentare. E ciò è davvero da sciocchi e da derelitti intellettuali.