Mozione Segre, Pacifici bacchetta la maggioranza: «Rottura da irresponsabili. Ridisegnare il testo»

31 Ott 2019 17:10 - di Sveva Ferri
mozione segre

Nel coro di indignazione, preoccupazione, “vergogna!”, raccapriccio e chi più ne ha più ne metta per l’astensione del centrodestra sulla Commissione Segre, spicca per onestà intellettuale e lucidità la posizione di Riccardo Pacifici. L’ex presidente della Comunità ebraica di Roma non si accoda alla canea urlante e lancia, invece, un allarme sui rischi della strumentalizzazione politica della lotta all’antisemitismo, invitando tutti, maggioranza parlamentare in testa, a ritrovare il senso profondo e istituzionale di questa battaglia. Pacifici, insomma, non solo non demonizza la scelta del centrodestra, ma critica in maniera piuttosto aperta quella di centrosinistra & co, che hanno voluto forzare in questo modo su un argomento per il quale, invece, sarebbe stato necessario uno sforzo di unità. Tanto che arriva a chiedere di “ridisegnare” il provvedimento che istituisce la Commissione, seppur “già votato”.

Non strumentalizzare la mozione Segre

“Interpretare una proposta così importante di Liliana Segre come una iniziativa di natura politica sarebbe un gravissimo errore. Lei è la voce degli ultimi sopravvissuti. Fa parte di quelle persone che negli anni hanno fatto testimonianza. E hanno fatto crescere il valore e la sensibilità su certi temi per costruire le coscienze delle nuove generazioni e perché non torni a ripetersi quell’indifferenza che l’Europa manifestò nel secondo conflitto mondiale”, ha detto Pacifici all’Adnkronos.

Pacifici: «Ridisegnare il provvedimento, anche se già votato»

“Per noi il voto è già un importante risultato di cui non possiamo che essere felici. Invito però a una riflessione anche la maggioranza per comprendere – ha sottolineato – come poter ridisegnare un provvedimento seppur già votato“.

Commenti

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  • cmely 3 Novembre 2019

    Condivido le parole di Riccardo Pacifici: la giustissima lotta al razzismo e all’antisemitismo non devono diventare uno strumento per colpire e mettere il bavaglio agli avversari politici, perché è questo che la sinistra vuole.