Sindaco a vent’anni, “una missione al servizio della comunità, ne vale davvero la pena”
Un caloroso saluto ai lettori de Il Secolo d’Italia e grazie al direttore Storace per l’opportunità e l’ospitalità. Sono sindaco del comune di Onore, nella bellissima Val Seriana, in provincia di Bergamo, dal 26 maggio di quest’anno e sono stato eletto a 20 anni. La scelta di candidarmi alla guida del mio paese e della mia comunità è stata lo conseguenza naturale della mia attività politica intrapresa all’età di 14 anni sul mio bellissimo territorio. Essere sindaco non è un impegno, un lavoro o una responsabilità, ma una missione.
Prendere per mano la propria comunità e, con molta umiltà, provare a guidarla non è cosa semplice. Io ho la fortuna di amministrare un piccolo paese di montagna (a proposito: vi aspetto!): da noi la gente vede il sindaco ancora come un punto di riferimento a cui raccontare (e chiedere una soluzione) anche le problematiche della propria privata legate alla famiglia ed al lavoro e a cui spesso i sindaci possono farci poco.
Lo Stato deve ripartire dalle piccole comunità
Per me fare il sindaco però vuol dire anche questo: ascoltare, fare una partita a carte con i nostri anziani, andare a fare merenda a scuola con i nostri bimbi, trovarsi il sabato sera con i nostri giovani e passare giornate intere con le associazioni di volontari. Lo Stato (con la S maiuscola, non a caso) deve ripartire da qui: da quelle piccole comunità sparse su tutto il territorio nazionale che costituiscono la spina dorsale non solo della vita economica del paese, ma anche e soprattutto di quella sociale e culturale. Lo Stato non può e non deve dimenticarsi di noi, della montagna e di tutti i piccoli comuni. Non può e non deve dimenticarsi dei comuni e dei sindaci, la prima realtà pubblica, il primo “arto” dello Stato con cui il cittadino ha a che fare.
Sindaco senza soldi? Comunque ne vale la pena
I problemi, le lentezze burocratiche, la mancanza di risorse finanziarie: ogni sindaco che conosco ne parla ininterrottamente. Ma sapete cosa vi dico? Se penso ai sorrisi, alle strette di mano, alle piccolissime soddisfazioni di tutti i giorni ne vale assolutamente la pena.
*Sindaco di Onore
Caro Giuseppe, dir mosca bianca è un eufemismo. Se avessimo dei politici, delle istituzioni, con un valore di un centesimo di questi valori, l’italia sarebbe messa in ben altre condizioni.
Mi auguro che Lei abbia il coraggio di proseguire in questo modo e un giorno non si faccia corrompere dalla vecchia e anche nuova politica, questi vengono ad elemosinare i voti al momento delle elezioni e dopo non interessa più nulla della comunità dei cittadini. Purtroppo la diffidenza della gente e della mancanza di interesse nella politica che si rispecchia in tutte le comunità è dovuto alla totale mancanza di fiducia nelle istituzioni che voi dovreste e il politico serio dovrebbe rappresentare. Le auguro un buon lavoro e le auguro la fortuna di essere sempre onesto e coerente con la sua comunità.
Bellissime cose e parole, ma non credere sia così facile eh! Comunque, da parte mia tantissimi auguri. È di gente volenterosa come te che l’Italia ha bisogno