Somalo clandestino e spacciatore aggredisce i carabinieri alla casbah della stazione Tiburtina
Somalo clandestino e spacciatore ancora in azione a Roma. E alla stazione Tiburtina, già teatro di violenze degli immigrati, clandestini e non. Peraltro difesi dai soliti centri sociali italiani. Ecco come è andata l’ennesima violenza di un clandestino. Fermato per un controllo in piazzale della stazione Tiburtina, ha aggredito il carabiniere che gli aveva chiesto i documenti. Lo ha mandato in ospedale con ecchimosi allo zigomo e sul collo. Ed è stato giudicato questa mattina per direttissima M.Y., somalo irregolare sul territorio italiano.
Il somalo aveva anche della droga
Il fatto è avvenuto ieri poco prima della mezzanotte nella casbah dela Tiburtina. Il somalo ha colpito a pugni un carabiniere della stazione Parioli in servizio di pattugliamento. Il carabiniere era insieme ai militari dell’Esercito impiegati per “strade sicure”. Incredibile la linea dell’avvocato difensore del clandestino. “Una reazione fisica spontanea”, secondo l’avvocato del giovane, dovuta alla paura del controllo. Una volta fermato e arrestato, infatti, il 20enne è stato trovato con 2 grammi e mezzo marijuana. Spacciatore oltre che clandestino, il somalo vagava tranquillamente a Roma.
Spacciatori immigrati in azione anche vicino Roma. I carabinieri della Stazione di Rocca di Papa hanno arrestato un 30enne del Gambia. L’uomo è pregiudicato e con domicilio in un centro di accoglienza del posto. L’arresto è avvenuto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Roma. Il provvedimento è scaturito a causa delle reiterate inosservanze all’obbligo di dimora. Il gambiano infatti aveva numerosi reati precedenti. I militari l’hanno anche trovato in possesso di 25 grammi di marijuana e 90 euro in contanti. Sono ritenuti provento dello spaccio. Sequestrati ovviamente la droga e il denaro. E il 30enne, accusato anche di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, si trova adesso nel carcere di Velletri. Qui il gambiano è a disposizione dell’autorità giudiziaria.