
Trieste 65 anni fa tornava all’Italia grazie anche al Msi: solenne cerimonia in piazza dell’Unità
Trieste ricorda il suo ritorno all’Italia. Per celebrare l’evento, si è svolta questa mattina nella centralissima piazza Unità la cerimonia. Per ricordare il 65esimo anniversario del ritorno di Trieste alla Repubblica italiana, avvenuto il 26 ottobre 1954. In piazza era presente un picchetto del reggimento Piemonte Cavalleria, molte associazioni combattentistiche e d’arma. Presenti inoltre diverse centinaia di cittadini. Per l’occasione, nel palazzo della Prefettura c’era una mostra dedicata al 26 ottobre di 65 anni fa. Per la ripresa di possesso della città giuliano, vennero impiegati l’82° Reggimento fanteria “Torino” e i Bersaglieri della 132° divisione “Ariete”.
La battaglia del Msi per Trieste
Va ricordato che se Trieste è tornata all’Italia, lo si deve anche al Msi. La battglia che il Msi condusse per la riunificazione di Trieste è epica. E che Trieste fosse destinata ad essere una piazza cruciale nella storia missina lo dimostrano le elezioni comunali del 1949. Ossia le prime concesse dal governo militare alleato nella zona A dopo la guerra. Fu in questa occasione che si sperimenta la forza aggregante dei comizi missini. Personaggi di primo piano si impegnano in quella decisiva campagna elettorale. Al primo comizio, tenuto da Ernesto Massi, si contano diecimila presenze (nel rione rosso di San Giacomo). Il successo spinge i missini ad inoltrarsi nel rione di Servola, pullulante di militanti comunisti e di slavi. Una massa di avversari circonda l’oratore, Nino Tripodi, che riesce con le sue parole a placare gli animi. In quelle elezioni il Msi ottenne il 6,1% dei consensi (10.222 voti). Ida de Vecchi, già fiduciaria dei Fasci femminile triestini, ex ausiliaria, organizzatrice nel dopoguerra dell’assistenza alle famiglie dei caduti e dei dispersi, risultò prima degli eletti missini al Comune. In quell’ottobretornarono all’Italia anche altri comuni, oltre Trieste. Duino, Aurisina, Sgonico, Monrupino, Muggia e San Dorligo della Valle. Bersaglieri e fanti entrarono in città all’alba. Seguiti da carabinieri e “Ariete”. E cinque navi militari italiane entravano in porto.