Violenze sui detenuti a Torino, sei agenti ai domiciliari. Il Sappe: «Nessuno tragga conclusioni affrettate»
No alla gogna mediatica. dice il Sappe. La notizia è stata sparata a tutta pagina dai quotidiani. Arresti domiciliari per sei agenti di Polizia penitenziaria. Erano in servizio presso la Casa Circondariale “Lorusso e Cotugno” di Torino. Il provvedimento riguarda un’indagine relativa plurimi episodi di violenza nel carcere di Torino. Sarebbero stati commessi tra l’aprile 2017 e il novembre del 2018 da agenti penitenziari ai danni di detenuti.
Le segnalazioni e il colloquio con i detenuti
L’attività investigativa ha preso il via da una segnalazione della Garante delle persone private della libertà personale del Comune di Torino. Era venuta a conoscenza di uno di quegli episodi in occasione di un colloquio con alcuni detenuti. L’indagine riguarda non solo le persone sottoposte a misura cautelare, ma anche altri soggetti indagati a piede libero. È volta sia ad accertare eventuali responsabilità penali di altri soggetti sia a verificare se ci siano stati altri episodi analoghi, oltre a quelli finora denunciati.
La presa di posizione del Sappe
Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe ha chiesto di «non trarre affrettate conclusioni prima dei doverosi accertamenti giudiziari».
«La presunzione di innocenza è uno dei capisaldi della nostra Carta costituzionale e quindi evitiamo illazioni e gogne mediatiche», aggiunge Capece. «Confidiamo nella magistratura perché la Polizia penitenziaria, a Torino come in ogni altro carcere italiano, non ha nulla da nascondere. L’impegno del Sappe è sempre stato ed è quello di rendere il carcere una “casa di vetro”, cioè un luogo trasparente dove la società civile può e deve vederci chiaro».
«La Polizia Penitenziaria, a Torino e negli oltre 200 penitenziari italiani per adulti e minori – conclude Capece – è formata da persone che hanno valori radicati, un forte senso d’identità e d’orgoglio. E che ogni giorno in carcere fanno tutto quanto è nelle loro umane possibilità per gestire gli eventi critici che si verificano quotidianamente. Soprattutto sventano centinaia e centinaia suicidi di detenuti. Per questo non si traggano giudizi affrettati senza aver atteso prima i doverosi accertamenti giudiziari».