4 novembre, docenti pacifisti contestano l’incontro a scuola con due ufficiali donne

3 Nov 2019 18:50 - di Redazione
4 novembre

4 novembre, i militari non possono parlare con gli studenti. Così alcuni docenti e studenti del Liceo  «Marco Polo» di Venezia hanno contestato l’incontro con due ufficiali della Marina e della Guardia di Finanza. L’iniziativa, secondo loro, violerebbe il principio della nostra Costituzione in cui si ripudia la guerra.

Il dirigente scolastico, Gianni Maddaloni  aveva organizzato l’incontro per la giornata del 4 novembre. Gli studenti dovevano incontrare  il Tenente di Vascello Elena Gravina della Scuola Navale Militare Francesco Morosini e il Tenente Maria Grazia Ponziano, della Guardia di Finanza.

Il preside aveva anche comunicato che l’appuntamento era obbligatorio per le classi dell’ultimo anno. Le rappresentanze sindacali dell’istituto hanno protestato e il preside ha precisato che la partecipazione all’evento sarebbe stata volontaria. Gli insegnanti pacifisti hanno contestato l’incontro richiamando l’articolo 11 della nostra Costituzione.

4 novembre, l’intervento di Donazzan

Una presa di posizione che ha fatto arrabbiare l’assessore all’Istruzione del Veneto Elena Donazzan. «Questi docenti non meritano di insegnare in una scuola italiana. Perché nel loro ruolo di educatori si stanno dimostrando irrispettosi della Costituzione e delle Leggi italiane».

Donazzan ricorda infatti che la Costituzione riconosce il ruolo delle Forze Armate quale organo a difesa dello Stato. E che una Legge italiana dedica alle Forze Armate la giornata dell’anniversario della firma dell’armistizio che segnò la fine della Grande Guerra. Una data storica, quindi, che proprio nelle scuole dovrebbe destare interesse.

La polemica di questi insegnanti è completamente fuori luogo: dimostrano un atteggiamento sovversivo, perché contestare le Forze Armate significa disobbedire alle leggi  e mancare di rispetto a chi indossa ogni giorno con grande orgoglio la propria divisa.

“La scuola non è un’organizzazione politica privata, e non può essere utilizzata – conclude – per dar voce a propagande ideologiche ben lontane dal compito educativo degli insegnanti”.

Donazzan ha anche annunciato che chiederà un’ispezione nell’istituto: «Interverrò – ha assicurato – chiedendo all’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto un’ispezione in questo Istituto”.

Commenti

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  • Eschini - Pietro 4 Novembre 2019

    Bisogna rispettare x quei militari che è morto x giusta causa , scacciando il nemico dall ‘ Italia e controllando i nostri confini . Purtroppo oggi tutto questo è all ‘ opposto nessuno controla più i nostri confini , i nostri politici porti aperti a tutti anche terroristi e tutto questo non va bene . ART . 52 della nostra Costituzione dice : La difesa della Patria è sacro dovere del Cittadino . Purtroppo i nostri politici adoperano la Costituzione solo a propio piacimento .

  • carlo cocconcelli 4 Novembre 2019

    La contestazione è completamente fuori luogo e pretestuosa come tutte le altre già messe in scena della sinistra. L’esercito non implica il concetto di guerra, ma caso mai il concetto di difesa. Articolo 52 della Costituzione:”La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino.Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l’esercizio dei diritti politici.L’ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica”. Aborrisco anch’io il concetto di guerra intesa come aggressione, ma un conto è aggredire e un conto è difendersi. Ho la massima stima e ammirazione per le nostre forze armate e sono orgoglioso di avere fatto il servizio militare come ufficiale nel nostro esercito.

  • MARIO GIULIANATI 4 Novembre 2019

    IL 4 NOVEMBRE E LA COSTITUZIONE
    Mario Giulianati 2 novembre 2019
    Che con l’avvicinarsi del Santo Natale accadesse che vi fosse nel mondo della scuola chi si opponeva ai canti natalizi se non addirittura al presepe in nome di un rispetto verso altre religioni, è ormai un fatto noto. A mio avviso sempre un fatto comunque inaccettabile come rimane difficile da comprendere quanto il 30 di ottobre del 2019, leggo su Tviweb . Il primo capoverso di un testo redazionale recita “Un gruppo di docenti e una classe di un liceo di Venezia ha protestato in nome del ripudio della guerra sancito dalla Costituzione ed hanno deciso di non partecipare a un incontro con due ufficiali della Marina Militare e della Guardia di Finanza, organizzato dal dirigente in vista del 4 novembre.” Ritengo che ogni persona abbia il diritto di pensarla come crede, ma penso che un gruppo di insegnanti abbiano il dovere non solo di rispettare la Costituzione ma anche di non utilizzarla a proprio comodo, soprattutto coinvolgendo una classe di giovani studenti. E’ vero che la Costituzione, art. 11, dichiara che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…” ma la Costituzione è composta da 139 articoli e alcuni di questi parlano proprio delle Forze Armate. L’art. 52 è esplicito in materia : La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. La qual cosa completa l’art. 11 che letto come si deve ci impegna come Paese a non assalire nessun altro Paese ma di utilizzare sempre, fin che è possibile, la soluzione diplomatica in eventuali controversie. Non dice che se siamo attaccati non ci dobbiamo difendere. Tanto è vero che l’art. 87 ci informa che “Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale.” Poi specifica i ruoli di esclusive pertinenza del Presidente e uno di questi recita “( il Presidente) .. Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge., dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere.” Chiaro lo è anche l’art. 117 che dopo aver precisato che “Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie” al punto 117/d precisa “ difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed esplosivi”- Mi pare che la Costituzione sia chiara e anche semplice , basta leggerla e non farlo con dei preconcetti ideologici e tanto meno trasmettere questi in un’aula scolastica. Sarebbe cosa facile fare dell’ironia sulla presa di posizione di questi signori insegnanti ma al contrario ritengo che questa vicenda debba essere presa molto sul serio. Le nostre Forze armate, legittimate oltre ogni dubbio proprio dalla Costituzione, non possono essere oggetto di una presa di posizione così in contrasto netto con la sostanza e lo spirito della nostra Magna Carta. E ancor più farlo nel momento che si ricorda e celebra la Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate. Lo scorso anno, la domenica 4 novembre 2018, il Presidente Mattarella, a Trieste, durante il suo discorso commemorativo pronunciò queste parole che ritengo non solo significative ma particolarmente istruttive per tutti gli italiani «Mentre celebriamo questo importante anniversario 5600 militari italiani sono impegnati all’estero in missioni di pace con grandi o piccoli contingenti, quasi 8000 militari sono impegnati nelle operazioni Strade sicure e Mare sicuro. A tutti loro esprimo la più ampia riconoscenza e orgoglio del Paese. Grazie per quello che fate»….«Le nostre forze armate sono impegnate per garantire la sicurezza e la pace in ambito internazionale, rafforzando il prestigio dell’Italia nel mondo». Non aggiungo null’altro solo che faccio mie le parole del Presidente Mattarella e con il massimo rispetto esprimo il mio grazie per quanti hanno sacrificato la propria vita per la nostra Italia e a tutti coloro che oggi la servono in divisa.

  • maurizio pinna 3 Novembre 2019

    Esimi professori e allora proponete che la carica di Capo delle FF.AA , ad alta valenza costituzionale, venga soppressa, perchè se l’Italia ripudia la guerra non può essere rappresentata da un guerriero…..va bene che nel 2015 i 5* proposero come Capo dello Stato un obiettore di coscienza, ma dovrebbe esserci un limite a tutto! Comunque anche se in anticipo auguri di buon 25 aprile, ricorrenza di grandi e famosi pacifisti.