
Abuso di antibiotici, una strage peggiore delle vittime della strada. Lazio maglia nera in Italia (video)
Gli antibiotici sono stati “la pietra angolare della medicina moderna”, ricorda l’Organizzazione mondiale della sanità. Ma il persistente uso eccessivo e abuso nella salute umana e animale hanno “incoraggiato l’emergere di batteri resistenti ai farmaci usati per trattarli”. E di antibiotico resistenza si muore molto più che in passato. 700 mila persone nel mondo, 33 mila in Europa.
Oltre 10 mila in Italia, triste primato del nostro paese, in pratica il triplo delle vittime della strada che nel 2018 sono state 3334. I dati aggiornati arrivano dall’Istituto superiore di sanità in occasione della settimana mondiale per l’uso consapevole degli antibiotici, dal 18 al 24 novembre. L’Iss rileva come pur in presenza di un “trend in leggero calo, i valori restano oltre la media europea”. All’interno di questi valori, il Lazio è maglia nera tra tutte le regioni italiane con la più alta incidenza di 5,9 casi segnalati su 100 mila abitanti.
Maggior uso e abuso di antibiotici nell’Italia centrale
Più in generale, l’Italia centrale è l’area con maggiore incidenza di casi segnalati ed è l’unica ad aver mostrato un aumento rispetto al 2017. 4,4 casi su 100 mila residenti, nel 2017 erano 3,8. Seguono il Sud e le isole, 3,1 su 100 mila residenti, e il Nord con 2,8 su 100 mila residenti. I soggetti maggiormente coinvolti, dice ancora l’Iss, sono maschi (65,2%), tra 60 e 79 anni (48,5%), ospedalizzati (86,1 per cento). Tra questi ultimi, la maggioranza si trova nei reparti di terapia intensiva.
Il patogeno più diffuso è la Klebsiella pneumoniae per il 97,7 per cento, ma dalla fine del 2018 si osserva un aumento di altri enzimi, in particolare il batterio “New Delhi”. Sempre nel 2018 sono state inviate segnalazioni di antibiotico-resistenza da 19 regioni, non hanno segnalato casi il Molise e la Basilicata che, insieme alla Valle d’Aosta, non avevano segnalato casi neanche nel 2017.
“Prendere provvedimenti”, dicono gli esperti
Se non si prenderanno provvedimenti, dicono gli esperti mondiali, potrebbero essere oltre 10 milioni l’anno le morti entro il 2050. E, nonostante i dati che emergono dall’indagine condotta dal Centro europeo per il controllo delle malattie, l’Ecdc, mostrino che l’89per cento degli operatori sanitari abbia ben chiaro il legame tra prescrizione e somministrazione di antibiotici e la grande emergenza rappresentata dalla diffusione di batteri resistenti a questi farmaci, soltanto il 58 per cento ritiene di avere un ruolo chiave per tenerli sotto controllo.
Il messaggio dell’Oms per la settimana della consapevolezza è molto chiaro: “Il futuro degli antibiotici dipende da ognuno di noi” e mira a incoraggiare la responsabilità individuale nell’adozione di buone pratiche tra la popolazione, il personale sanitario e i decisori politici.
Come correggere le convinzioni errate
In tema di consapevolezza e informazione, l’Aifa, l’Agenzia italiana per il farmaco, ha elaborato un breve quiz con cui si può mettere alla prova le proprie conoscenze su questi temi e correggere eventuali convinzioni errate, come quella di usare gli antibiotici per curare l’influenza e raffreddore. Anche la politica è in ritardo. “Il nostro paese si deve adeguare meglio al piano nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza, così come l’aveva scritto nel 2017 il ministro della Salute – ha spiegato a Quotidiano Sanità Gianni Sava farmacologo dell’Università di Trieste e consigliere Sif – L’Italia da questo punto di vista è stata meno efficiente rispetto alla maggior parte dei paesi Ocse”.