Benzinai in sciopero contro il governo: “Le sue scelte sbagliate ricadono sulle nostre spalle”
È cominciato oggi e durerà per due giorni (fino alle 6 di venerdì 8 novembre) lo sciopero dei benzinai. I distributori di carburante resteranno chiusi su strade e autostrade per una dura protesta. La Confesercenti si scaglia «contro la politica fiscale del governo e contro la negazione dei diritti ad una categoria allo stremo. Lo sciopero è attuato su tutto il territorio nazionale. Ed è stato promosso dalle organizzazioni di categoria Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio».
La rabbia dei benzinai contro il governo
Nel merito, la Confesercenti ha fatto sapere che la protesta è rivolta innanzitutto nei confronti dei giallorossi. L’accusa: «Il governo sta gravando – con adempimenti inutili e cervellotici – sull’intera categoria dei benzinai». Il riferimento è a precisi provvedimenti. Tra questi, la fatturazione elettronica, i registratori di cassa telematici (anche per fatturati di 2 mila euro/anno).
E ancora, la rimodulazione dell’indice sintetico di affidabilità fiscale (Isa) irraggiungibile per i gestori, l’introduzione di documenti di trasporto (Das) e modalità di registrazione giornaliera in formato elettronico. Inoltre, l’invio dei corrispettivi giornalieri in formato elettronico fino al gravame fiscale e contributivo per i gestori che non ricevono – in tempo – da fornitori e agenzia delle entrate i documenti necessari per la loro contabilità.
Il governo inoltre, ha scritto la Confesercenti nel comunicato, si accinge a varare una miriade di provvedimenti senza aver valutato l’impatto sulla categoria che ha comunque dato la sua disponibilità a lavorare su provvedimenti oggettivi, assunti nell’interesse della collettività e però non contro i gestori.