Calenda avvera la profezia di Feltri: nasce “Azione”. Ma ce n’era proprio bisogno?
Calenda lo ha annunciato da mesi. Oggi strappi e nuove imbastiture politiche sono ufficializzate. L’ex dem riassume tutto via Twitter e conferma: «Ora basta! L’Italia è più forte di chi la vuole debole. Entra in #Azione, leggi il manifesto e iscriviti». Così via social, l’ex ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, lancia la campagna di adesione al suo nuovo movimento. E conferma la profezia di Feltri che, sull’idea movimentista del fuoriscito Pd solo pochi giorni fa ha adombrato il dubbio sulla effettiva necessità di un ennesimo partitino. Affondando con un colpo due ex dem: Renzi di Italia Viva e Azione targato Calenda…
Calenda avvera la profezia di Feltri
Così, in attesa della conferenza stampa di presentazione prevista per oggi assieme a Matteo Richetti e gli altri promotori, sul sito “Azione.it” Calenda pubblica il manifesto. Una dichiarazione d’intenti che guarda più alla demolizione del pregresso che al futuro politico del Belpaese. Un’agenda programmatica della mobilitazione affidata ai futuri iscritti. E che suona più come un cahier del doleance più che come un agenda di risoluzioni ai problemi snocciolati in punti. Un catalogo dei guai che affliggono l’Italia giallorossa. Come se davvero ce ne fosse bisogno…
Più che un manifesto un cahier de doleances
«Ora basta! L’Italia è un grande Paese», si legge nel manifesto di Calenda. E ancora: «Siamo l’ottava potenza mondiale. La seconda economia manifatturiera d’Europa. Uno dei Paesi fondatori dell’Unione Europea e il luogo di nascita della cultura occidentale»… «Azione è il luogo di mobilitazione dell’Italia che lavora, produce, studia e fatica», aggiunge l’ex dem. «L’Italia stanca degli scontri inconcludenti tra tifoserie e degli slogan privi di contenuti». E a propositi di slogan stanche e vuoti, il transfugo del Pd annovera pure: «Siamo diventati una nazione profondamente ingiusta: con i giovani, con le donne, con le persone bisognose di assistenza. Con chi vive al Sud. Con chi vuole svolgere la sua attività libero da eccessivi impedimenti burocratici».
L’appello di Calenda alle possibili reclute del movimento
Tutti punti cardine dei programmi politici delle forze d’opposizione di cui il padre nobile di Azione si appropria. E che ripertica, riproponendole dalla stessa angolazione: quella di un centro sinistra dissidente. Tanto che, a stretto giro il manifesto recita anche: «Molte di queste ingiustizie derivano dall’incapacità dello Stato di svolgere efficacemente la sua azione, altre dal malcostume alimentato da troppi pessimi esempi».Così come ribadire che «l’Italia non è in sicurezza a causa dell’alto debito. Dello sperpero di denaro pubblico. Dell’incompetenza e della mancanza di consapevolezza e responsabilità», suona quanto meno pleonastico.
Uno spazio intasato da slogan vuoti di contenuto
Così come intasare lo spazio della contestazione per confermare che «lo Stato va prima di tutto rafforzato nelle sue funzioni fondamentali: Scuola, Sanità e Sicurezza-Giustizia, dove l’Italia investe oggi molto meno degli altri Paesi europei» è quanto meno inutile». Insomma: davvero, come si è chiesto Feltri, c’era proprio bisogno dell’ennesimo partito nato dalle ceneri della sinistra che, predica bene e razzola male? Davvero serve, come esorta Calenda, mettersi in «Azione»? Alle possibili reclute, l’ardua sentenza…