Carceri, sono gli stranieri che causano problemi. Il Sappe: mandiamoli a scontare la pena a casa loro
Carceri, sono i detenuti stranieri che causano sempre più problemi. “Tra sabato e domenica due detenuti stranieri, entrambi maghrebini, hanno distrutto le rispettive celle. Il primo procurandosi lesioni da taglio agli avambracci, l’altro sputando in faccia al medico che lo visitava”. A denunciare i due episodi nel carcere di Lucca è Donato Capece, segretario del Sindacato Polizia penitenziaria. “Nella struttura lucchese, oltre alla grave carenza di sottufficiali e di agenti, attualmente sono presenti due ispettori e un sovrintendente in servizio a turno. Il personale è costretto a sobbarcarsi anche i piantonamenti di otto ore. E chi resta in istituto copre più posti di servizio mettendo a rischio la sicurezza. Nei turni notturni e serali sono impiegate 4 o 5 unità invece delle 10 o 11 previste”.
Immigrati aumentati nelle carceri
Per il Sappe “tutto ciò porta a demotivare il personale di Polizia Penitenziaria in servizio, che oltre ad avere un età avanzata, è stanco e senza più stimoli. Quello di Lucca è un carcere che, seppur piccolo rispetto ad altri, non può continuare ad essere considerato inferiore. È sintomatico che negli ultimi dieci anni ci sia stata un’impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15% negli anni ’90 sono passati oggi ad essere sistematicamente oltre 20mila. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d’origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia”.
Espulsioni finora impercettibili
Il Sappe poi conlude: “Le espulsioni di detenuti stranieri dall’Italia sono state fino ad oggi assai contenute, oserei dire impercettibili – incalza -. La vigilanza dinamica ed il regime penitenziario aperto non favoriscono affatto la rieducazione di detenuti ma il concretizzarsi di gravi eventi critici. Rinnoviamo l’invito al Guardasigilli affinché sospenda ogni provvedimento in tal senso e convochi i sindacati per affrontare la questione penitenziaria, che è e rimane una emergenza”.
è già tanto che se ne parla di mandarli in carcere al loro paese: facciamolo!
Occorrerebbe in primo luogo differenziare le carceri: il colletto bianco non ha la stessa “pericolosità” del condannato per reati di violenza, servono/bastano tipologie diverse di strutture e di guardie carcerarie. Il problema è che il colletto bianco, condannato per corruzione o evasione fiscale, in cella con criminali africani, è il sogno m5s