Esce da galera e dai domiciliari e se ne va a presiedere in Campidoglio: De Vito
Sembra un film, ma non lo è. Fresco fresco di fine domiciliari dopo il carcere, Marcello De Vito, presidente del consiglio comunale voluto da Virginia Raggi, se ne è tornato tranquillamente a presiedere l’Aula di Giulio Cesare. Con tanto di applausi da pubblico e consiglieri. Così annota il sito 7colli.
«Heri dicebamus», le prime parole di De Vito, in latino, ovvero «dove eravamo rimasti». Poi il presidente ha aggiunto: «È un piacere e un onore tornare a presiedere questa Aula e ritrovare i colleghi». A 24 ore dalla sua scarcerazione, Marcello De Vito torna in Campidoglio, a sedere sullo scranno riservato al presidente del consiglio comunale, lo stesso che era stato suo fino al 20 marzo scorso, quando venne arrestato nell’ambito dell’inchiesta sullo stadio della Roma.
Alla ripresa dei lavori d’Aula, gli esponenti dell’opposizione hanno preso la parola per manifestare il loro dissenso sul ruolo di De Vito. La consigliera ex M5S, Cristina Grancio, ha abbandonato l’Aula chiedendosi come possa essere «rispettato il ruolo di garanzia ed equità da parte di un consigliere sotto processo». A seguire, il capogruppo di Fratelli d’Italia, Andrea De Priamo, ha chiesto a De Vito di «riflettere sull’opportunità politica della sua permanenza come presidente». In chiusura, Giulio Pelonzi, capogruppo Pd, ha mostrato «preoccupazione sull’opportunità dello svolgimento della funzione di presidente avendo un processo da affrontare».
Il processo a De Vito è fissato per il 4 dicembre. Il recordman romano di voti grillini e presidente dell’assemblea capitolina deve rispondere di corruzione nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Lo scorso mese la Cassazione aveva depositato le motivazioni della sentenza con cui aveva annullato le misure cautelari. Rinviando però al tribunale della Libertà per valutare gli elementi dell’ordinanza.