Ex Ilva, la Meloni sfida il governo: «Rimetta lo scudo penale e coinvolga l’Europa»

21 Nov 2019 13:45 - di Michele Pezza
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Da un lato le inchieste avviate dalle procure di Milano e Taranto, dall’altro gli ArcelorMittal e in mezzo loro: gli operai dell’ex Ilva che non sanno più a quale santo votarsi. Dalla parte opposta della barricata, l'”altra” Taranto, quella che il “mostro” dell’acciaieria lo vuole chiudere subito. E per sempre. Lavoro da un lato e salute dall’altro. Un bivio drammatico. non per niente Giorgia Meloni sfida il governo ad «alzare il livello della trattativa». La leader di FdI è convinta che la crisi del più grande cento siderurgico d’Europa, venga portata sui tavoli di Bruxelles. «Abbiamo chiesto che venga portata in Ue», dice presentando l’emendamento che ripristino il cosiddetto «scudo penale».

Calenda d’accordo: «Mittal vuole l’immunità»

Sulla necessità di reintrodurre l’immunità penale per la proprietà ArcelorMittal relativamente all’opera di bonifica per l’ex-Ilva insiste anche Carlo Calenda. «Ho chiamo Mittal. Il governo rimetta lo scudo», fa sapere l’ex-ministro. Già, come se fosse facile. Lo scudo è stato eliminato su proposta della grillina Barbara Lezzi approvata dall’intera maggioranza. E da giorno la stessa maggioranza va ripetendo che non è stata quella la molla che ha indotto i proprietari ad andarsene. Intanto, però, parlano di reintrodurlo. Almeno Pd e Italia Viva.

Fico: «L’ex Ilva chiude perché gestita da incapaci»

Non così i Cinquestelle, la cui arroganza è ormai inversamente proporzionale al loro peso elettorale. Proprio in queste ore il presidente della Camera Fico ha parlato allo scudo penale come «un pretesto per annullare il contratto». A suo giudizio, infatti, quel che sta accadendo all’ex-Ilva ha tutta un’altra spiegazione. «Mittal ha fatto male i conti – sentenzia -, dimostrando una incapacità gestionale di prevedere il futuro non da qui a dieci anni ma per un anno». Secca la sua conclusione: «O sono stati incapaci e questa incapacità non può essere pagata dall‘Italia e non la possono pagare i lavoratori italiani; oppure, peggio ancora, i fatti saranno tutti agli atti dei tribunali».

 

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