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L’ex ministro Valeria Fedeli

Fedeli furibonda urla alla spartizione «sessista» delle poltrone. Ma sul Pd assopigliatutto tace…

Politica - di Chiara Volpi - 28 Novembre 2019 - AGGIORNATO 28 Novembre 2019 alle 15:18

Meno male che la Fedeli c’è… Per fortuna ogni tanto l’ex ministra senza titoli, ma incoronata alla scuola del Pd con l’alloro della migliore grazie a una tesi sulla quote rose e discriminazione di genere, esce dal suo proverbiale riserbo. E tuona contro l’accaparramento maschile delle poltrone. Stavolta allora, come rilancia La Verità, l’ex ministra (così gradiva essere chiamata alla faccia della declinazione “maschilista” di ruoli e cariche) se la prende per la «grave discriminazione» sessista a sua detta palesata nelle nomine dell’altro ieri in Cassa depositi e prestiti.

La Fedeli s’indigna: spartizione delle poltrone sessista alla Cdp

L’accusa? Come riferisce il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, è presto detta: «Su 51 poltrone assegnate le donne sono state solo 16». E al buco, la Fedeli prova a rimediare subito con la toppa a colori (arcobaleno): «Ricordo che sotto il 40% della rappresentanza di genere siamo di fronte a un’evidente discriminazione». La Collega dem altrettanto sensibile a queste tematiche, Monica Cirinnà, è avvertita. L’appello è arrivato forte e chiaro. Tace, invece, l’ex ministra Fedeli, su quella che è stata la vera occupazione delle poltrone: quella del Partito Democratico. Che, guarda caso, porta a casa un’altra bella infornata di nomine, come scrive La Verità, «nelle varie controllate Cdp che rappresentano innanzitutto un’occupazione del Pd senza precedenti».

L’appello diretto alla Cirinnà, quello mancato a Gualtieri. Come mai?

E qui la solerte Valeria Fedeli dovrebbe chiedere conto a un altro collega di Largo del Nazareno, Roberto Gualtieri. Cosa che, invece, si è guardata bene dal fare (almeno per il momento). Sulla lottizzazione del, da parte dell’ex ministra, tutto tace. L’urlo di dolore per le nomine in azzurro e le mancate quote rosa, invece, ancora deflagra nell’aria. E un primo risultato, tutto al femminile,  la Fedeli lo ottiene: anziché parlare del Pd assopigliatutto, stiamo qui a discettare sulle «riconosciute competenze femminili» snobbate per le nomine Cdp. E poi ci siamo chiesti come è stato possibile avere un ministro dell’Istruzione con la licenza media???

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di Chiara Volpi - 28 Novembre 2019