Feltri sferzante sulla statura di Brunetta. E lui replica: «Non ho scelto io di essere basso»

16 Nov 2019 10:07 - di Paolo Sturaro
Brunetta

Tristemente famosa fu la battuta di Massimo D’Alema: «Brunetta è un energumeno tascabile». E quell’etichetta “energumeno tascabile” era diventato addirittura un tormentone. Non meno tagliente Umberto Bossi: «A Brunetta ho detto “sei un nano veneziano, non rompere i coglioni”».

Furio Colombo lo definì «mini-ministro» mentre Gino Strada gli disse che era «esteticamente incompatibile con Venezia».

La statura di Brunetta diventa un tormentone, il suo “basta”

In un’intervista al Corriere della Sera, il deputato di Forza Italia urlò il suo “basta”. « C’è una differenza profonda tra come io sono e come mi descrivono. Sono ossessionati da me». E agginse: «D’Alema mi ha chiamato energumeno tascabile, Furio Colombo mini-ministro. La damnatio di Gino Strada, la “seggiola” di Dario Fo, gli psicologismi d’accatto di Francesco Merlo, per cui la mia politica sarebbe frutto del mio complesso…».

«Una battuta la accetterei. Ma in queste parole infami c’è lo sguardo che mi è dedicato, ed è profondamente razzista». «Io sono piccolo. Perché tanta ferocia nei miei confronti? Per la mia altezza? Perché un nano osa pensare e non solo fare la comparsa nei film di Fellini? Osa parlare di tutto e non solo della sua statura? Osa far politica a tutto tondo e con grinta, senza limitarsi a raccontare le discriminazioni subite perché povero e basso nel liceo dei signori?».

Commenti

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  • Emilio Respighi 16 Novembre 2019

    Sono sempre stato orgoglioso di essere italiano ed ho sempre cercato di comportarmi in modo degno di quel mio abito di dignità culturale dal quale derva quello comportamentale.
    Da non poco tempo mi accorgo che ciò di cui mi sentivo circondato (senso del dovere, senso dell’onore, senso della dignità, valore della meritocrazia, ecc.) è sparito anche
    nel cosiddetto alto loco, come in questa occasione per la quale ci sarebbe solo da vergognarsi. Sì, vergognarsi di appartenere ad una società così meschinamente degradata. Ma, purtroppo, anche la vergogna non fa più parte del corredo intellettuale, politico o no che sia.