Hong Kong, domani convegno “trasversale” al Senato sulla vicenda dell’ex colonia britannica

27 Nov 2019 13:34 - di Redazione
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Hong Kong, convegno al Senato sui tragici fatti dell’ex colonia britannica. Domani dalle 13,30 alle 15 nella sala “Caduti di Nassirya” del Senato vi sarà un incontro. Allo scopo di denunciare la connivenza del governo Cinque Stelle col regime comunista cinese e portare solidarietà ai giovani in lotta. Sarà in collegamento il leader democratico Jousha Wong i cui candidati hanno trionfato alle recenti elezioni distrettuali disobbedendo a Pechino. I promotori sono Adolfo Urso (Fratelli d’Italia), Laura Harth (Partito Radicale), Giulio Terzi di Sant’Agata (Ambasciatore). Parteciperanno tra gli altri: Enrico Aimi (Forza Italia), Giuseppe Basini ( Lega), Andrea Delmastro Delle Vedove (Fratelli d’Italia), Valeria Fedeli (Partito Democratico), Iwobi Tony Chike (Lega), Lucio Malan (Forza Italia), Federico Mollicone (Fratelli d’Italia), Isabella Rauti (Fratelli d’Italia), Manuel Vescovi (Lega).

Hong Kong, i grillini minimizzano la spaccatura

Ma i grillini minimizzano le spaccature e soprattutto l’appoggio dato da Beppe Grillo al regime liberticida cinese. “Leggo di spaccature della maggioranza su Cina e manifestazioni a Hong Kong. Tranquillizzo la stampa: affronteremo il tema e, come sempre, troveremo una linea condivisa. Il Parlamento non sta trascurando la questione e a breve approveremo un testo in commissione”. Lo scrive su twitter la presidente della commissione Esteri della Camera, Marta Grande.

Il regime di Pechino insiste

Ma il regime di Pechino non cede. “Gli elettori hanno voluto esprimere il loro punto di vista”, compresa l’insoddisfazione nei confronti del governo, ma Hong Kong “non può tollerare ulteriormente le violenze nelle strade”. A dichiararlo è stata Carrie Lam, capo dell’esecutivo di Hong Kong, dopo il voto che ha assegnato 17 dei 18 distretti amministrativi della città ai gruppi pro-democrazia. Per Lam il prossimo passo dovrà essere quello di istituire una commissione di revisione indipendente analoga a quella creata nel Regno Unito dopo i disordini del 2011.

Convocato l’ambasciatore Us a Pechino

E ieri il ministero degli Esteri cinese ha convocato l’ambasciatore americano a Pechino, Terry Brandstad. Per protestare contro l’approvazione, la settimana scorsa per il sostegno del Congresso degli Stati Uniti, all’Hong Kong Human Rights and Democracy Act . Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Xinhua, Branstad è stato convocato “per presentare una forte protesta” contro la legge. Nella quale si minaccia tra l’altro la sospensione dello status speciale economico accordato dagli Stati Uniti all’ex colonia britannica. Nella nota diffusa dal ministero degli Esteri, si legge che all’amministrazione americana deve “correggere i suoi errori”, la risoluzione del Congresso “interferisce in modo sfacciato negli affari interni cinesi e sostiene il comportamento criminale e violento delle forze anticinesi che alimentano i disordini a Hong Kong”.

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