Ilva, disatro a 5Stelle: il governo elimina la protezione legale e Arcelor Mittal se ne va
Il Conte bis disinnesca l’Iva, ma dimentica l’Ilva. E Arcelor Mittal (Am), il colosso mondiale dell’acciaio molla l’impianto di Taranto allo Stato. È la risposta della proprietà alla rimozione delle protezioni legali da parte del governo. Uno scudo di cui i dirigenti e i funzionari del centro siderurgico più grande d’Europa e ad altissimo impatto ambientale non possono fare a meno. Il tutto è stato messo nero su bianco dal ceo di Am, Lucia Morselli, in una mail inviata ai dipendenti del gruppo. Tecnicamente si tratta di una comunicazione di recesso dal contratto per l’affitto e il successivo acquisto condizionato dei rami d’azienda di Ilva Spa e di alcune sue controllate, a cui è stata data esecuzione il 31 ottobre 2018.
Ieri è scaduto il decreto
La situazione è precipitata ieri sotto gli occhi del governo. La maggioranza giallo-rossa ha infatti lasciato scadere i 60 giorni necessari per la conversione in legge del decreto relativo alle protezioni legali necessarie nell’esecuzione del piano ambientale. Ora la patata bollente torna nelle mani dei commissari di Ilva Spa. È a loro che si è rivolta la Morselli chiedendo «di riassumersi entro 30 giorni la responsabilità della gestione delle attività del Gruppo Ilva attualmente cedute in affitto». Compresa la riassunzione di tutti i dipendenti.
Salvini: «Conte venga in Aula e riferisca sull’Ilva»
Il ceo di Am è nel suo pieno diritto. È infatti il contratto a prevedere il diritto al recesso in mancanza di tutele legislative. Come se non bastasse, i provvedimenti emessi dal tribunale penale di Taranto obbligano i commissari straordinari di Ilva a completare talune prescrizioni entro il 13 dicembre 2019. Un termine che gli stessi destinatari ritengono impossibile da rispettare. In tal caso, scatterà lo spegnimento dell’altoforno numero 2, con conseguente impossibilità per la società di attuare il suo piano industriale, gestire lo stabilimento di Taranto e, in generale, eseguire il contratto. Durissima la reazione di Matteo Salvini, che definisce «un disastro» la chiusura dell’Ilva e chiede a Conte di «riferire urgentemente» in Parlamento. Per la forzista Mara Carfagna, la rinuncia di Am allo stabilimento di Taranto «è solo l’ultima conseguenza della sciagurata gestione del M5S».
i 5 stelle, alias grillini, ancora una volta dimostrano di essere la quintaessenza della inaffidabilita’, incapacita’ e trasformosmo, che sia maledetto il giorno in cui il buffone genovese, fra l’altro fautore della decrescita felice, si e’ infilato in “politica” e sono sicuro ha “imbrogliato” anche Casaleggio padre.
Siamo una industria metalmeccanica con alle dipendenze 750 dipendenti di cui la metà in Italia. La chiusura dell’Ilva implica che non avremo uno scudo calmieratore dei prezzi che stiamo pagando, dipendendo completamente dalle importazioni estere. Penso che sia un danno così grave per la ns. economia tale da rendere necessario un ricorso alla corte dei conti, alla corte costituzionale e a quanti altri per denunciare questo governo e tutti i suoi ministri e parlamentari per disastro economico nazionale.