Inchiesta Open, Renzi denuncia Travaglio: “Con i soldi delle querele ci pagherò il mutuo”

28 Nov 2019 11:04 - di Federica Parbuoni
renzi

Le altre due denunce “sono indirizzate al dottor Creazzo e – per competenza – al Procuratore capo di Genova”. Il loro oggetto è la “rivelazione di segreto bancario o istruttorio alla luce degli articoli della Verità e dell’Espresso. Quanto alle azioni di risarcimento civile – ha chiarito Renzi – purtroppo oggi non riesco a tenere il conto, vi aggiornerò più tardi”.

L’attacco (mascherato) alla magistratura

“Come vedete – ha scritto Renzi – io credo nella giustizia e nei magistrati di Firenze: a loro mi rivolgo, cittadino tra i cittadini, perché siano riconosciuti i miei diritti. Non attacco la magistratura, ma contesto la trasformazione di Open in partito”, ha proseguito il leader di Italia Viva, che ha concluso il suo post sostenendo che “se viene abrogato il finanziamento pubblico e criminalizzato il finanziamento privato trasformando una fondazione in partito, siamo in presenza di una ferita democratica”. Dunque, al di là di quello che dichiara esplicitamente, Renzi la magistratura l’attacca eccome. Solo non in maniera frontale. Tant’è vero che ha trasformato questa tema della trasformazione della Fondazione in un partito nella parola d’ordine del suo contrattacco. “Chi decide cos’è un partito politico? Un magistrato? Ma stiamo scherzando? Stiamo mettendo in discussione le regole del gioco democratico”, ha detto ieri Renzi. Un concetto che stamattina, prima ancora delle 11, aveva ripetuto già tre volte: alla radio e nei due post su Facebook. “Sulla decisione che Open sia un partito politico e non una fondazione – ha scritto Renzi nel più esplicito dei post – siamo in presenza di una cosa enorme. Se fondare un partito è decisione della magistratura e non della politica siamo in presenza di un vulnus per la democrazia. In molti addetti ai lavori fanno finta di niente ma questo cambia – per sempre – il modo di concepire la politica”.

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