La Cina comunista non cambia. Spietata repressione delle minoranze e delle confessioni religiose

5 Nov 2019 18:46 - di Giovanni Trotta

La Cina comunista non cambia. Gli Stati Uniti accusano la Cina di perseguitare i famigliari degli attivisti della minoranza musulmana degli uiguri. Questi hanno denunciato gli abusi subiti dalle autorità di Pechino. Un comunicato del segretario di Stato Mike Pompeo esprime “profonda preoccupazione”. Per le “persecuzioni e detenzioni di famigliari di attivisti uiguri o sopravvissuti dei campi d’internamento dello Xinjiang. Molti hanno raccontato le loro storie”. Pompeo ha denunciato che alcuni di questi abusi sono avvenuti dopo che uiguri hanno denunciato la loro condizione al dipartimento di Stato Usa. Il suo comunicato cita gli attivisti Ferkat Jawdut, Alfred Erkin e Zumrat Dawut. Sottolineando che il padre di Dawut, già “detenuto e interrogato varie volte dalle autorità cinesi dello Xinjiang negli ultimi anni”, sia ora “morto in circostanze non chiarite”.

La Cina “avvertita” dagli Usa

“Chiediamo a Pechino di cessare la persecuzione degli uiguri che vivono fuori dalla Cina. Di rilasciare quanti sono detenuti in maniera arbitraria e di permettere alle famiglie di comunicare liberamente, senza ripercussioni”. Il segretario di Stato più di una volta ha parlato in favore degli uiguri. A ottobre, gli Stati Uniti hanno deciso una stretta sui visti di funzionari cinesi coinvolti nella repressione delle minoranze. Successivamente, per gli stessi motivi, 28 organizzazioni governative e commerciali cinesi compaiono su una “lista nera”.

Tutte le chiese sottomesse al regime cinese

Comunità ufficiali e sotterranee “schiacciate dalla sinicizzazione”. AsiaNews ha fatto un resoconto sulla situazione della Chiesa cattolica cinese dopo l’accordo fra Cina e Vaticano. Allo scopo di testare se la situazione è migliorata o meno. “A tutt’oggi, – scrive l’agenzia di padre Bernardo Cervellera – il governo cinese promuove la sinicizzazione. Ossia la sottomissione alla cultura cinese delle espressioni religiose. La pratica ricorda da vicino la politica dell’imperatore Kangxi al tempo della controversia dei riti cinesi”. “Tutte le religioni, – rileva AsiaNews – soprattutto i cattolici e i protestanti, devono obbedire a questa politica e seguirla. Nella provincia del Fujian, l’arcidiocesi di Fuzhou sta sperimentando persecuzione e violenza. Quasi tutte le chiese che appartengono alla comunità non ufficiale sono chiuse, specialmente a Fuqing. Il governo continua a forzare sacerdoti sotterranei a entrare nell’Associazione patriottica. Già Pio XII (nella sua enciclica Ad Apostolorum Principis) diceva che lo scopo di questa associazione è spingere via via i cattolici ad abbracciare le basi del materialismo ateista. Negando Dio e rigettando i principi religiosi. Ancora oggi essa è vista come contraria alla dottrina cattolica e alla coscienza delle persone”.

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