“La Spagna agli spagnoli”, la destra di Vox trionfa alle elezioni. Meloni esulta: «La coerenza paga»
è stato sindaco franchista nel paesino di Amurrio. Suo padre leader del partito Alianza popular nei paesi baschi. Lo stesso Santiago diventò a 23 anni consigliere comunale per quello che ormai era diventato il Partito popolare nella cittadina basca di LLodio. Minacciato e aggredito, in quegli anni di terrorismo basco, girava armato di una Smith e Wesson e veniva protetto da una scorta.
La Spagna è tornata a votare alle elezioni generali per la quarta volta in quattro anni. Sanchez, nelle elezioni del 28 aprile, aveva ottenuto 123 seggi, sempre sotto la soglia di maggioranza di 176 deputati. Premier ad interim, il leader socialista non era riuscito a formare un nuovo governo. I negoziati con la sinistra radicale del partito antisistema Podemos di Pablo Iglesias si erano arenati su veti reciproci. I liberali di Ciudadanos, spostati a destra, non avevano voluto sostenere l’esecutivo dall’esterno.
A metà settembre, quando il re è stato costretto a convocare nuove elezioni, Sanchez ha impostato una campagna tesa a chiedere una maggioranza chiara per portare avanti da solo un governo stabile. Niente da fare, ha addirittura perso seggi.
Chiarissima invece la crescita di Vox, il partito di destra guidato da Santiago Abascal. L’ascesa di Vox fa saltare i nervi ai grandi partiti, titolava giovedì El Pais, in una giornata in cui Abascal era riuscito a riunire 6mila persone ad un suo comizio a Valencia e il leader del partito Popolare Pablo Casado aveva parlato davanti a soli 1600 sostenitori nella stessa città.