La strage mancata del bus, il drammatico racconto del carabiniere che salvò i ragazzi dal senegalese
«Aveva l’accendigas in mano» l’autista senegalese Ousseynou Sy. E «i bambini erano in preda al panico». «Erano terrorizzati, piangevano quasi tutti, erano in stato di choc». E’ un racconto drammatico e angosciante quello di un carabiniere. Che, davanti alla Corte d’Assise di Milano, racconta le fasi del salvataggio dei 50 ragazzini, dei due insegnanti e della bidella tenuti in ostaggio, il 20 marzo scorso, dall’autista Ousseynou Sy. Che diede fuoco al pullman sul quale viaggiavano i ragazzi. E che è imputato per strage e per una serie di altri reati.
«C’erano dei bambini anche in corrispondenza della porta anteriore di entrata – ricorda il militare che fu tra i primi a intervenire – erano terrorizzati, piangevano quasi tutti, erano in stato di choc, lui aveva l’accendi-gas in mano».
«I bambini erano in preda al panico», ha spiegato il carabiniere. Che era nella pattuglia che, per prima, intercettò il bus.
Il militare dell’Arma ha risposto, in aula, alle domande del capo del pool antiterrorismo milanese Alberto Nobili.
Il senegalese voleva compiere una strage a Linate
Nel corso delle indagini sull’autista senegalese Ousseynou Sy, i ragazzini sono stati ascoltati tutti a verbale dagli investigatori. E la Procura ha deciso, quindi, che non è necessario sentirli di nuovo anche nel processo. Di conseguenza ha fatto acquisire le loro dichiarazioni nel dibattimento.
«Quando ci hanno visto, i bambini ci hanno riconosciuto, ci chiedevano aiuto – ha ricostruito in aula davanti ai giudici della Corte d’Assise di Milano il militare – quando siamo riusciti a farli scendere dal bus, rompendo i vetri, il fuoco già c’era».
Il senegalese «dato che non riusciva più ad arrivare a Linate come voleva, aveva dato fuoco al pullman».
Il carabiniere ha ricordato che l’immigrato «diceva che voleva arrivare a Linate».
E proprio lì, all’aeroporto lombardo, il senegalese avrebbe voluto arrivare col bus pieno di ragazzini per compiere una strage. Un gesto eclatante. Ma non vi riuscì proprio perché, come ha raccontato il carabiniere in aula, «noi avevamo già creato un blocco sulla strada, cercando di tenerlo sulla Paullese».