Libreria antifascista incendiata a Roma. Contrordine compagni, è stata una gang africana

11 Nov 2019 15:25 - di Carlo Marini

La pista politica dietro all’incendio della libreria antifascista di Centocelle? Non ci crede nessuno. A cominciare dagli inquirenti. I carabinieri del Casilino stanno infatti cercando un tunisino di 45 anni. L’immigrato senza fissa dimora avrebbe già dato alle fiamme un gazebo e i tavoli di un locale di Centocelle il 9 ottobre scorso. Una pinseria che sta esattamente di fronte alla libreria Pecora elettrica incendiata nella notte tra martedì e mercoledì.

Nel caso del rogo di un mese fa, nessuno diede risalto alla notizia. Un incendio doloso causato da un immigrato non è interessante per il mainstream. Anzi,  potrete scommettere che la grande mobilitazione si eclisserà quando verrà confermato quanto teorizzato dagli inquirenti. Se ci fosse davvero la pista africana e non quella nera dietro gli incendi, calerà il silenzio sulla vicenda.

Tre incendi dolosi, la stessa mano

Venerdì notte un altro incendio doloso ha distrutto, invece, il Baraka Bistrot di via dei Ciclamini. In un primo momento, si è cercato il filo ideologico anche dietro questo rogo. Il locale aveva infatti espresso solidarietà alla Pecora elettrica. Oggi a Repubblica, il proprietario ha escluso motivi politici: “Ho espresso solidarietà insieme ad altri 50 locali della zona. Se fosse questo il motivo sarebbe assurdo». Tra l’altro, spiega il gestore del Bistrot. «Non siamo estremisti e non abbiamo mai litigato con qualcuno».

Il rogo alla libreria antifascista, uno dei tanti a Centocelle

L’immigrato ricercato potrebbe essere colui che ha appiccato anche gli altri due roghi. Il modus operandi e le tracce lasciate sulle saracinesche, dei locali andati distrutti sarebbero le stesse. Il tunisino, di cui si sono perse le tracce farebbe parte della cosiddetta gang dei marocchini che da anni controlla la pizza di spaccio del fossato di via della Palme, dove un gruppo di cittadini nord africani vende hashish da dietro la recinzione del fosso. Una gang nordafricana che, negli anni si è resa responsabile di un omicidio, e di diverse aggressioni. Insomma, nessuna questione ideologica. Semmai è un problema di sicurezza e di immigrati che delinquono impunemente.

 

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