Lilli Gruber contro Salvini: “Zecca non si può dire, è da antisemiti”

1 Nov 2019 12:15 - di Redazione

Lilli Gruber a La7 apre un altro fronte di polemica dopo quello sul testosterone. La conduttrice de La7 stavolta va alla guerra delle parole. Ospite del suo compagno di emittente, Corrado Formigli, impartisce il suo sermoncino quotidiano.  E attacca i leader che usano linguaggi a suo dire violenti. “Trovo intollerabile lo sdoganamento del linguaggio violento” “La politica dei demagoghi e dei populisti porta a un imbarbarimento del linguaggio. I leader politici sono responsabili della violenza. Quando Salvini ha chiamato Carola Rackete “zecca”, chi ha letto i libri di storia lo sa…  gli ebrei venivano definiti zecche. La violenza non può che portare violenza. Dobbiamo essere fermissimi”. Insomma, il termine “zecca”, va bandito dal linguaggio dei leader politici.

 

Lilli Gruber promuove il libro contro i leader di destra

In attesa di un vocabolario della Gruber su quali sono le parole che si possono usare e quelle che vanno bandite, l’ex europarlamentare Ds ha sfornato un libello. “Basta! Il potere delle donne contro la politica del testosterone” (Edizioni Solferino). La Gruber ha stilato la sua classifica di uomini di potere che vengono raccontati ciascuno nel proprio antro al testosterone. Trump, Bannon, Erdogan, Xi Jinping, Putin, Bolsonaro, Johnson, Epstein, Weinstein, Salvini. Sintomatico, semmai, rimanendo ai giorni nostri, che rimangano fuori il presidente canadese Trudeau e il presidente francese Macron.

Le donne esemplari? Tutte di sinistra

Dall’altra parte ci sono le donne “esemplari”. Greta Thunberg, Paola Cortellesi, Luciana Littizzetto, Michela Murgia, Angela Merkel, Christine Lagarde, Nancy Pelosi, Ursula von der Leyen. Un elenco che sembra dettato dai partecipanti al gruppo Bildeberg. Gruppo al quale la Gruber ha partecipato anche quest’anno. Ovviamente non c’è spazio per neanche una donna di destra. Non c’è spazio per Marine Le Pen, per Giorgia Meloni. Ma neanche per scrittrici come Susanna Tamaro. Vuoi mettere il valore culturale della Littizzetto? Insomma, un chiaro libretto di propaganda ideologica. Condivisibile solo il titolo: “Basta!” Basta con le lezioni scritte con la penna rossa.

 

Commenti

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  • Giuseppe Forconi 3 Novembre 2019

    Cara Lilli, mi puo’ spiegare il motivo, non solo suo, di questo accanito odio verso chiunque sia di destra? Allora, occhio per occhio , io la odio profondamente perche’ lei e’ di sinistra, cioe’ comunista. Chiaramente tutto questo suo odio proviene anche dalla mancata conoscenza della storia che forse lei non ha neppure letto, pertanto sarebbe gradita la sua non partecipazione a nessun dibattito politico considerandola una persona incapace di pensare e ragionare.

  • ANTONIO GIOVANNETTI 1 Novembre 2019

    Ma che vada a farsi fare !!!

  • Denni Andreuzza 1 Novembre 2019

    zecca rossa

  • maurizio pinna 1 Novembre 2019

    Sempre in campana la compagna maestra in dietrologia a senso unico. E allora visto che a “Tele Compagni” si parla solo degli “insetti” di Salvini , un po’ di Storia Vera.
    A proposito di violenza e odio seminati dai “fascisti” , vorrei rammentare simbolicamente un personaggio di cui in certe TV non si parlerà mai, perché distruggerebbe il mito del “partigiano portami via..”.
    A 18 anni Guido Pasolini aderì ad una formazione delle Brigate Partigiane Osoppo, di astrazione cristiana e laico democratica. Peraltro, nei primi mesi del 1945, il Comando del IX Corpus Jugoslavo, avvicinandosi la fine del conflitto informò la Direzione del PCI che non gradiva elementi che non fossero di provata fede bolscevica, in quanto nell’immaginario titino il Friuli doveva divenire una Repubblica “cuscinetto” di tipo Sovietico. Per ordine del Vertice comunista ITALIANO si concesse “carta bianca” ai partigiani della “stella rossa” affinché provvedessero alla bisogna. Nel febbraio 1945 la formazione friulana della Osoppo venne praticamente sterminata e per quanto concerne Pasolini, sopravvissuto ma ferito, venne raggiunto in ospedale da due gappisti che lo assassinarono, gettandolo poi in un campo abbandonato.