M5S, arriva la diagnosi del gaffeur Toninelli: «Tutta colpa del “non parlo perché è scomodo”»
Toninelli e le gaffe
Basti pensare, tanto per citare un esempio, a ciò che avvenne durante la riunione a Venezia, dopo il famoso incidente della nave. L’assessore veneto lo impallinò: «Toninelli è arrivato con un’ora di ritardo, chiedendoci se avevamo già finito. Alla nostra risposta che stavamo aspettando lui per iniziare la riunione è entrato nel panico. Non si è nemmeno seduto davanti a noi per attendere, invece, i tecnici facendo intuire che da solo non sapeva da che parte iniziare. All’arrivo dei tecnici arrivò anche l’avvocato Colonna, una componente del suo staff. Quest’ultima ha cominciato a parlare, soltanto lei. Tanto che il sindaco Brugnaro ha cominciato sarcasticamente a chiedere chi fosse».
Torna a parlare della crisi a cinque stelle Roberto Fico, dopo una prima esternazione. «Di elezioni regionali», dice, «ne abbiamo fatte tante. Ce ne sono e ce ne saranno ancora. Ma quello che urge è un momento di riflessione importante su organizzazione, temi, identità e posizionamento generale nel futuro di questo Movimento. Dobbiamo farlo, è urgente, non si può rimandare».
Durissimo era stato il senatore M5S Emanuele Dessì contro Di Maio. «Luigi, ora basta», aveva scritto su Facebook. «Arriva sempre il momento, per ognuno di noi, di guardarsi allo specchio e ammettere che nonostante gli enormi sforzi fatti, il grande lavoro prodotto, stiamo fallendo. Abbiamo sbagliato? Sì, tutti e tanto, soprattutto quando abbiamo pensato che bastasse uno di noi, il più bravo, per condurre il Movimento. Non è cosi».