Meloni smaschera i trucchi del governo: «Ecco come vogliono fare cassa sulla pelle degli italiani»
Il rischio, ha spiegato, è che “se prevale una cultura anti-impresa sarà difficile evitare un rapido declino industriale”. Nella manovra, ha sottolineato ancora, c’è davvero poco o niente per il rilancio produttivo del Paese. Ci sono il taglio del cuneo fiscale, per il quale però “ci sono poche risorse”, e “un’attenzione a Industria 4.0”. “Ma poi basta”, ha chiarito Stirpe, ricordando che “a fronte di queste piccole aperture, si inseriscono più tasse che penalizzano interi settori, come plastica, bevande, auto aziendali”.
Confindustria: «Il governo non ha una politica industriale»
“Tutto questo – ha proseguito – aggrava le aziende e non avrà effetti di stimolo sui consumi“. Sul fronte dell’occupazione, poi, in merito agli ultimi dati Istat, il vicepresidente di Confindustria ha osservato che “si è allineata a un’economia in stagnazione”. Per Stirpe, infatti, “l’aumento dei posti di lavoro registrata negli ultimi mesi del 2018 e nella prima parte di quest’anno è stata una fiammata, si è concentrata quasi interamente sui servizi”. “In particolare su attività caratterizzate da forte intensità del fattore lavoro e quindi bassa creazione di valore aggiunto, oltre che da rapporti contrattuali molto spesso non a tempo pieno”. “Ciò – ha concluso – dimostra che senza crescita del Pil è impossibile creare occupazione di qualità”.