Omicidio di Firenze, il tunisino confessa. La vittima colpita da coltellate al torace
Svolta nell’omicidio a Firenze, Ha confessato il tunisino di 39 anni, Nader Ben Khalifa, arrestato intorno alle 4 dai carabinieri. La vittima à un kosovaro di 33 anni, Gzonit Kelmendi, ferito a morte a coltellate. Lo straniero è stato dichiarato in stato di fermo per omicidio doloso dal sostituto procuratore di turno Beatrice Simona Giunti. Per lui si sono aperte le porte del carcere.
Omicidio di Firenze, chi erano i due uomini
La vittima lavorava come cameriere in un ristorante di via della Condotta. L’assassino era invece cuoco in un ristorante di via Panzani. La tragedia si è consumata intorno alle 3 di notte in via Sant’Antonino, vicino al pub “Dublin” di via Faenza. All’interno del locale, secondo la prima ricostruzione dei militari dell’Arma, i due uomini avevano cominciato a litigare per apparenti futili motivi.
La ricostruzione
Dalla ricostruzione dei fatti, intorno alle 2 il kosovaro entrava nel pub già in evidente stato di alterazione. Presumibilmente aveva bevuto alcolici. Poco dopo ha avuto una discussione accesa con un cliente, il tunisino 39enne. Amici e camerieri del locale avevano diviso i due uomini. Il tunisino però, infastidito dal comportamento del kosovaro, ha lasciato il pub per poi farvi ritorno poco dopo. Ha ripreso la discussione lasciata in sospeso. Il personale del locale ha cercato di calmare gli animi ma invano. I due si sono quindi diretti in via Sant’Antonino dove è avvenuto l’accoltellamento.
Il tunisino ha colpito con un coltello il kosovaro al torace e in altre parti del corpo. Il ferito è stato trasportato in gravi condizioni all’ospedale di Careggi dove è morto un’ora dopo. I carabinieri hanno trovato in via Faenza l’autore del ferimento, che è stato fermato.
In mattinata il pm di turno ha effettuato un sopralluogo sul luogo del ferimento. E ha proceduto presso la caserma del comando provinciale dei carabinieri all’interrogatorio del tunisino. L’autore dell’omicidio di Firenze ha raccontato la dinamica dell’accaduto e ha ammesso le proprie responsabilità. Al termine dell’interrogatorio, il pm Giunti ha emesso nei suoi confronti un decreto di fermo con l’imputazione di omicidio doloso. Dopo le formalità di rito, il tunisino è stato trasferito nel carcere di Sollicciano.