Omicidio Mollicone, il papà di Serena: «Guarderò gli assassini negli occhi. Devono sprofondare»
«Serena è qui e vuole giustizia. Serena ha sacrificato la vita, ma ora vuole giustizia. Chi le ha fatto del male adesso deve pagare». Si sarebbe dovuta tenere oggi, al Tribunale di Cassino, l’udienza preliminare per l’omicidio di Serena Mollicone. L’Arma dei carabinieri si è costituita parte civile contro i militari indagati e l’udienza è stata poi rinviata al 15 gennaio. Ma l’arrivo in Tribunale è stato un momento di grande commozione per Guglielmo Mollicone, il padre della ragazza uccisa nel 2001 ad Arce e trovata morta il 3 giugno in un bosco in località Anitrella.
«Guarderò i Mottola negli occhi»
«Sono un po’ provato anche se sono tranquillo. Finalmente stiamo arrivando alla meta che ci eravamo prefissi da tempo. Finalmente abbiamo occasione di dare giustizia a Serena», ha detto l’uomo. «Alla famiglia Mottola dico di pentirsi di quello che hanno fatto» e se «dovessero essere presenti non avrei difficoltà a guardarli negli occhi», ha poi aggiunto Guglielmo Mollicone, rivelando: «Mi chiedo come facciano a non vergognarsi a non sprofondare».
Il dolore del padre di Serena Mollicone
«Santino Tuzi non aveva astio verso di loro e ha pagato con la vita l’aver detto le verità che conosceva. Come si fa a dire che non c’entrano? Serena è entrata lì, c’è il suo nome cancellato sul registro, ci sono verbali che dicono che è andata su. Mi chiedo – ha concluso l’uomo – come hanno fatto quelli che erano presenti a stare seduti lì sentendo una ragazza che veniva presa a calci e a pugni e veniva torturata senza intervenire».