Orrore a Ragusa, uccide la madre a pugni. Era rimasto chiuso in terrazzo
Uccide la madre a pugni. Era rimasto chiuso accidentalmente in terrazzo e, nonostante le richieste di aiuto, l’anziana madre, intenta a guardare la tv, non si era accorta di lui. Eccolo il movente che avrebbe spinto Carmelo Chessari, 48 anni, a pestare mortalmente la madre, Santa Trovato. Un’aggressione a seguito della quale la donna di 79 anni è morta dopo giorni di coma e senza mai riprendere conoscenza. È quanto è emerso dalle indagini condotte dai carabinieri che hanno fatto scattare le manette ai polsi dell’uomo, accusato di omicidio con l’aggravante di aver agito contro un ascendente.
Uccide la madre vittima di maltrattamenti
Per gli investigatori dell’Arma l’anziana era vittima di «una ormai consolidata situazione di maltrattamenti», umiliazioni e violenze. La donna però non aveva mai denunciato il figlio forse per vergogna o forse per paura. L’ultima aggressione, però, le è stata fatale. Il 21 aprile scorso la pensionata arrivò al pronto soccorso dell’ospedale Giovanni Paolo II in coma con una emorragia celebrale e il volto tumefatto. A chiedere l’intervento del 118 era stato proprio il figlio, senza, però riuscire a fornire alcuna spiegazione sulle condizioni di salute della madre. Le indagini, immediatamente scattate, consentirono, però, di escludere la presenza in casa di estranei che potessero aver aggredito l’anziana donna.
Il movente
«Effettuato un sopralluogo nell’abitazione in cui la donna viveva con il figlio – spiegano gli investigatori – al di là di un mero disordine, non furono rilevati segni di effrazione o tracce di sangue che potessero far pensare all’intrusione di persone estranee alla famiglia». Così incalzato dalle domande e messo alle strette il 48enne aveva confessato di aver aggredito la sera precedente la madre. A scatenare la sua ira il fatto di essere rimasto accidentalmente chiuso fuori in terrazzo. Dopo aver forzato la porta ed essere entrato nell’abitazione l’uomo si scagliò contro la pensionata, colpendola più volte in testa. Dopo essersi ripresa dall’aggressione la 79enne si mise a letto. E solo l’indomani le sue condizioni apparvero disperate e i medici si riservarono la prognosi. Disponendo l’immediato trasferimento a Catania.
Le testimonianze
In caso di ripresa, spiegarono, la donna avrebbe rischiato di rimanere in uno stato di inabilità totale. Al Cannizzaro di Catania la pensionata fu sottoposta d’urgenza a un delicatissimo intervento chirurgico. Al termine del quale fu ricoverata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Garibaldi Centro di Catania. Lì è morta lo scorso 11 maggio, senza aver mai ripreso coscienza. Le indagini hanno consentito di raccogliere diverse testimonianze sulle violenze subite dalla pensionata che, però, non aveva mai denunciato il figlio. L’autopsia, disposta per accertare le cause del decesso, ha chiarito “la plausibile compatibilità causale cronologica” tra il grave trauma cranico subito la sera dell’aggressione e lo stato comatoso. Complicazione insorta solo il giorno successivo a causa di una terapia antiaggregante cui era sottoposta la donna. L’arrestato è stato condotto nel carcere di Ragusa.