Patty Pravo: “Non mi sento un’icona femminista. Del ’68 neanche me ne sono accorta”
Patty Pravo, al secolo Nicoletta Strambelli, si racconta in una lunga intervista al Corriere della Sera e svela un lato inedito di sé. Icona del ’68? Macché. «Neanche avevo capito che ci fosse il ’68. Viaggiavo tanto, ero ovunque. Ero io così». La risposta è appunto al fatto che la cantante veneta avesse incarnato la trasgressione, il divorzio, la libertà sessuale. La cantante, che lo scorso aprile ha compiuto 71 primavere, ha svelato alcuni aneddoti legati alla sua vita, parlando anche dei tanti matrimoni. Dopo le nozze con Gordon Fagetter, Franco Baldieri, arrivò la relazione col collega Riccardo Fogli, cantante dei Pooh allora sposato con Viola Valentino. A quei tempi, la Pravo venne definita “la Yoko Ono dei Pooh”. Il loro manager gli disse di scegliere: o loro o me. Riccardo scelse me.
Patty Pravo: “Sono stata trigama”
La Pravo ha poi confessato “un amore a tre”. Lavoravo con Vangelis all’album Tanto, entro nel suo studio e vedo un bellissimo ragazzo che suona il basso, Paul Martinez. Poi un altro, bellissimo, che suona la chitarra, Paul Jeffrey. Amarci in tre fu naturale. Abbiamo anche abitato insieme a Roma.
“La gioventù di oggi non ha fascino”
La signorina Strambelli ha ricordato anche l’arresto del 1992 e la detenzione nel carcere romano di Rebibbia: “Ci sono stata tre giorni, rilasciata con tante scuse perché cercavano cocaina, ma io, se c’è una cosa che non ho mai preso è la coca. Il resto sì. Cominciai a casa del pittore Mario Schifano, anni 60. Aveva vasi pieni di pilloline, ci bivaccavano i Rolling Stones”. Oggi, dice Patty, “con la roba che circola” non tocca più nulla. “Neanche la canna che Ornella Vanoni prende per dormire. Mi chiama sempre dopo mezzanotte”. Amori platonici? Neanche quelli. Mi guardo intorno e non vedo nessuno. Poi, mi piacciono i giovani e la gioventù di adesso non ha fascino.