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Pensioni di vecchiaia, il requisito sarà di 67 anni anche nel 2021. La speranza di vita non cresce

Pensioni di vecchiaia, il requisito sarà di 67 anni anche nel 2021. La speranza di vita non cresce

Economia - di Redazione - 15 Novembre 2019 - AGGIORNATO 16 Novembre 2019 alle 09:25

Non si muove il requisito anagrafico per andare in pensione di vecchiaia. È  una buona notizia per alcuni. Anche se riflette il fatto che la speranza di vita non cresce. E così il requisito per l’accesso alla pensione di vecchiaia resta fissato a 67 anni anche nel biennio 2021-2022. Come è adesso.

Il passaggio, necessario da quando il nostro sistema pensionistico si è adattato alla speranza di vita, è stato messo nero su bianco dal decreto del ministero dell’Economia. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale: “Dal 1° gennaio 2021 i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici non sono ulteriormente incrementati”.

L’aumento della speranza di vita a 65 anni infatti, è di 0,021 decimi di anno. “Trasformato in dodicesimi di anno equivale ad una variazione di 0,025.  Che, a sua volta arrotondato in mesi, corrisponde ad una variazione pari a 0”.

Essendo gli adeguamenti biennali, il livello fissato resterà tale anche per tutto il 2022. Solo dopo potrà scattare un nuovo adeguamento, che in ogni caso non può superare i 3 mesi alla volta (quindi si potrà salire nel 2023 al massimo a 67 anni e 3 mesi).

Per la pensione di vecchiaia è necessario che siano stati versati almeno 20 anni di contributi. Chi è in regime contributivo (carriera lavorativa avviata dopo il 1996), per andare in pensione di vecchiaia è necessario avere un trattamento pari a una volta e mezzo il minimo.

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di Redazione - 15 Novembre 2019