Presepe, il Papa annuncia una lettera. Basta con le rivisitazioni che non rispettano il festeggiato
Il Papa sabato prossimo si recherà a Greccio e annuncia una lettera sul significato del presepe. Papa Francesco si era già recato in forma privata, il 4 gennaio 2016, nel santuario di Greccio. Lì aveva pregato davanti all’affresco medievale che ricorda la prima rappresentazione della Natività, quella ideata dal santo di Assisi nel 1223.
La lettera che il Papa firmerà a Greccio domenica prossima sul vero significato del presepe rappresenta un “inedito” e avrà una doppia valenza, “sociale” e “spirituale”. Lo sottolinea il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili.
Presepe, il significato della lettera del Papa
La lettera del Papa, al di là del significato spirituale, sarà anche un monito per quanti, a ridosso del Natale, si appropriano del simbolo del Natale come oggetto di propaganda? “E’ una bellissima notizia – premette mons. Pompili – che il Papa torni a Greccio. Per di più firmando questa lettera dedicata al valore e al simbolo del presepe che nell’immaginario collettivo resta la forma più efficace di comunicazione del Vangelo cristiano. Perché racconta del bimbo avvolto in fasce nella mangiatoia. Un primo significato di questa lettera, che rappresenta un fatto inedito, è di natura sociale, è il richiamo a tornare all’origine del senso del Natale che ha subito nel corso degli anni rivisitazioni di dubbia identità e qualità”. Pompili cita come esempio su tutti “la reinvenzione del Natale ad opera della Coca Cola in America; è stato parte di questo processo che ha trasformato il Bambinello in Babbo Natale”.
Ritornando quindi alla ‘reinvenzione’ del Natale operata dalla Coca Cola negli Usa, Pompili sottolinea che “questa reinvenzione accade di vederla anche nelle grandi catene di supermercati dove non si parla di presepe ma dei borghi antichi. E allora si vede il presepe senza grotta che è come parlare di Natale senza il festeggiato. Il Papa, molto concreto, viene fisicamente dove tutto è nato per richiamare sul fatto che il Cristianesimo è un fatto concreto e non può essere equivocato”.