
Rampelli: “Per lo sviluppo servono investimenti pubblici e il taglio delle tasse”
“Qualunque governo dovrebbe preoccuparsi oggi di creare ricchezza per redistribuirla”. Lo ha detto Fabio Rampelli, intervenendo al convegno “Un fisco da rottamare”. Il vicepresidente della Camera ha citato alcuni dati. “Per sostenere un debito pubblico, pari a 2360 miliardi con interessi passivi di 70 milardi di euro l’anno, l’Italia dovrebbe crescere del 2% l’anno. Solo per azzerare il deficit, senza intaccare di un centesimo il debito. Invece stiamo allo 0,1% con la tassazione su famiglie e Pmi proporzionalmente più alta in Europa. Si attribuisce questa paralisi alla Pubblica Amministrazione, ma in realtà l’Italia è lo Stato nell’Eurozona al penultimo posto con numero di dipendenti pubblici. I costi bestiali da eliminare sono quelli di una legislazione mostruosa e di pratiche amministrative e burocratiche che ci mettono fuori dalla competizione in un sistema economico che vive di competizione.
Rampelli: “Non si crea ricchezza con il rdc”
Al convegno, organizzato da Valore Impresa presso la sala dei gruppi della Camera dei deputati, Rampelli ha ricordato gli errori dei precedenti esecutivi. “Qualunque governo dovrebbe preoccuparsi oggi di creare ricchezza per redistribuirla e dovrebbe essere consapevole che questa misura oggi è insufficiente per potersi permettere regalie di vario genere, dagli 80 euro al mese di Renzi al reddito di cittadinanza”.
Le due strade per creare ricchezza
L’esponente di Fratelli d’Italia ha indicato anche le vie per il rilancio. “Per creare ricchezza ci sono due strade. Mettere giù una scorta importante di investimenti pubblici e abbattere la pressione fiscale. Nel primo caso si prevede che lo Stato faccia da locomotiva per creare lo sviluppo, nel secondo si investe sulle imprese e le si stimola a crescere per aumentare la produzione. Se non si fa né l’uno né l’altro o si è degli incapaci o si è in malafede. La pressione fiscale in Italia è di 33,4 miliardi in più all’anno rispetto agli altri Stati Ue, pari a 552 euro in più pro capite, mentre sugli investimenti pubblici siamo senza ambizioni e prospettive, abbarbicati a vecchi progetti senza visione. In questo quadro fare manovre redistributive, come si vanta il presidente del Consiglio Conte, con il Pil fermo e quindi senza nuova ricchezza, è un delitto”.