Rigopiano, messo all’asta il “tesoro” dell’hotel della tragedia. Choc delle famiglie

9 Nov 2019 15:48 - di Redazione
Rigopiano

Vini, champagne, perfino i mobili e gli arredi della Spa. Sul sito Aste Giudiziarie è possibile acquistare “il tesoro” dell’Hotel Rigopiano scampato alla valanga che ha ucciso 29 persone. La notizia ha provocato lo choc dei familiari delle vittime. A renderlo noto è l’avvocato Romolo Reboa che, insieme ai legali Gabriele Germano, Massimo Reboa, Silvia Rodaro, Maurizio Sangermano e Roberta Verginelli assiste le famiglie di quattro vittime della tragedia.

Rigopiano, macabra asta dell’hotel

«Il 30 ottobre scorso a Pescara – spiega l’avvocato Romolo Reboa – si è tenuta un’asta delle bottiglie di vino pregiato che si trovano nell’hotel e si sono salvate dalla valanga. Le ha messe in vendita –prosegue –l curatore del Fallimento 70/2010, Del Rosso srl. Non è conosciuto chi farà il macabro brindisi al prezzo di aggiudicazione di 1.800,00 euro. E  partecipato per rilanciare, dato che il prezzo base era di 700,00 euro».

Ma c’è altro. «Dalla lettura della perizia allegata al bando d’asta emerge che sono in vendita anche moltissimi beni mobili dell’Hotel Rigopiano. La cui asta però è andata deserta. Ciò che ha sconvolto i miei assistiti – prosegue l’avvocato – è che vi è stata una macabra asta che ha visto più persone competere per assicurarsi le bottiglie della cantina della morte. Nella vicenda esce oggi un soggetto nuovo, il fallimento 70/2010 di Del Rosso srl, che risulta proprietario dei mobili dell’Hotel Rigopiano e che li ha messi in vendita. Un curatore fallimentare – aggiunge – il legale dei familiari – mai ascoltato nell’inchiesta penale. Che potrebbe rivelare informazioni preziose sullo stato dei luoghi, sulle autorizzazioni e che mi riservo di convocare per una audizione in sede di indagini difensive».

La replica del curatore fallimentare: non è così

Immediata la replica del curatore fallimentare dell’asta, l’avvocato Sergio Iannucci. «Il discorso non è in questi termini – spiega all’Adnkronos – si tratta di beni della società che gestiva l’albergo. Che era debitore nei confronti della procedura fallimentare. Beni che sono stati ceduti a pagamento di parte del debito, non avendo altre risorse per pagarlo. Io, di conseguenza, con l’autorizzazione del giudice, li sto mettendo in vendita. Non c’è alcun collegamento tra i beni all’asta e le vicende che riguardano la valanga».

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