Roma, albanesi “specializzati” in rapine in villa. Arresti a Ponte di Nona e Tor Bella Monaca
Inseguimenti e distruzione di auto
In due occasioni, intercettati dalle forze dell’ordine, non hanno esitato a forzare violentemente i posti di blocco a Perugia e Frosinone. Rocamboleschi inseguimenti finiti con la distruzione delle auto. Gli indagati, che privilegiavano l’uso di Audi in allestimenti sportivi, si spostavano prevalentemente con una berlina “pulita”. Nascondevano spesso le auto rubate, tutte di grossa cilindrata, nei luoghi più disparati della Capitale. Ad esempio, il parcheggio di un ospedale o in box privati.
Godevano della complicità di una fitta rete di fiancheggiatori. La refurtiva veniva nascosta in un terreno. Così come gli attrezzi atti allo scasso, i lampeggianti, gli scanner, i telefoni cellulari completi di schede nonché l’attrezzatura per commettere i furti, frullini, mazzette piedi di porco.
Le auto registrate a un prestanome
Durante la preparazione dei colpi il sodalizio usava cellulari con un traffico estremamente limitato. Il più delle volte avevano come intestatari cinesi residenti nella provincia di Napoli. Le auto erano sempre registrate a un prestanome. Durante l’indagine sono state sequestrate una decina di Audi rubate e una grossa refurtiva fatta di orologi Rolex, Cartier, Gucci e altre marche. In più numerosi gioielli d’oro, diamanti, nonché borse e oggetti di pregio utilizzati dalle compagne degli arrestati.
Chi è finito in manette per le rapine in villa
Le misure cautelari sono a carico di T.N. di 26 anni, G.E. di 29 e N.E. di 24, tutti albanesi. Dopo la cattura di N.E. , avvenuta a Reggio Emilia, gli investigatori hanno preparato il blitz nel covo romano. Durante l’appostamento di preparazione i poliziotti sono stati informati che, poche ore prima, la banda aveva appena messo a segno un colpo in un piccolo centro del frusinate ed erano scappati rubando una Volkswagen Golf.
Il principale rapinatore sottoposto a fermo
I poliziotti hanno fatto irruzione nelle abitazioni trovando gli altri due destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare, N.A. , albanese 24enne, che, essendo emerso nell’indagine come uno dei principali rapinatori, è stato sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria. Altri due connazionali, N.M. e A.M. rispettivamente di 34 e 31 anni, arrestati perché inottemperanti all’espulsione dal territorio nazionale che gli era stata inflitta come misura alternativa alla detenzione. Indagate in stato di libertà altre 9 persone, tra cui 2 donne, che, seppur con un ruolo marginale, hanno concorso nei reati principali.