Travaglio stanga i ministri: «Fate foto di gruppo come i crocieristi che gozzovigliano sul Titanic»
Un’analisi durissima, quella di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano. L’istantanea di un crollo. «La foto di gruppo dei ministri giallorosa sorridenti e ridanciani a cena col premier Conte suscita, spontanea, una domanda: ma che avranno mai da ridere?».
«Il governo è appeso a un filo», scrive. E fotografa la situazione. Il governo è «minacciato dalle Regionali in Emilia Romagna e Calabria». È «esposto al rischio di una qualunque buccia di banana, per via di una maggioranza rissosa e allo sbando». Il centrodestra «continua ad avanzare nei sondaggi, fino al 50% che – con quest’orrenda legge elettorale – regalerebbe a Salvini & C. ben più dei pieni poteri: cioè i due terzi dei seggi parlamentari». Quanto basta cioè «non solo per eleggersi il presidente della Repubblica a propria immagine e somiglianza, ma anche per cambiare la Costituzione a proprio uso e consumo».
«E i giallorosa che fanno? Presentano 1700 emendamenti contro la propria legge di Bilancio, la migliore possibile nelle condizioni date. Litigano sulla blocca-prescrizione e sulla guerra agli evasori»,
«Renzi si fa gli affaracci suoi», accusa Travaglio.«Il Pd parla di “anima”, elezioni anticipate, Ius soli, abrogazione dei dl Sicurezza e altri metodi infallibili di suicidio. Il M5S organizza la propria eutanasia rinviando alle calende greche la riorganizzazione interna e gli Stati generali sul programma; mettendo ai voti, anziché metterci la faccia, la scelta politica di astenersi dalle Regionali in attesa di rialzarsi in piedi; e ora dilaniandosi pro o contro l’alleanza col Pd nelle regioni al voto».
«Tutti picconano il governo di cui fanno parte, che fra l’altro – l’ha detto in tutte le salse Mattarella – è l’ultimo della legislatura, anziché difenderlo, nutrirlo e tenerlo stretto. Poi vanno a cena e ridono a crepapelle, come i crocieristi che ballano e gozzovigliano sul Titanic lanciato a velocità supersonica verso l’iceberg».
«Oggi in Calabria, con la lista Pd in concorrenza con la lista M5S e con la lista Oliverio, la vittoria delle destre è già certa«, incalza Travaglio. Tanto vale provare qualcosa di nuovo e unitario. E lì come in Emilia, la prima mossa spetta ai 5Stelle. Dopo il voto su Rousseau, correre a vuoto vagheggiando “terze vie” in attesa degli Stati generali di marzo ha poco senso. Il tempo stringe e richiede reazioni immediate. Le liste vanno presentate entro 50 giorni e non si decidono a Roma nelle segrete stanze. Grillo ha la verve, la fantasia, l’energia e il seguito per organizzare due assemblee aperte a Bologna e Reggio Calabria coi grillini locali e le forze civiche emergenti. Se parte subito con Di Maio, Dibba, Fico e gli altri big, fa ancora in tempo a prendere l’ultimo treno».