Trenta più trenta più trenta la paura fa novanta. Zingaretti ha già gli slogan pronti per il voto
Ci manca solo Bandiera Rossa e poi Zingaretti ha rifatto il Pci. Da Bologna il segretario del Pd ha tirato fuori gli slogan per il voto. La paura di restare imbrigliati in un governo assolutamente dannoso per l’Italia; assieme al nervosismo dei Cinquestelle finiti pure nella melma determinata dal caso Trenta; stanno convincendo la sinistra a puntare alle elezioni. Anche perdendo, ma facendo piazza pulita della concorrenza, per candidarsi all’alternanza futura.
Non si spiega altrimenti l’insistenza di Zingaretti su temi adatti più ai suoi estremisti che alla pancia di un paese smarrito dall’inconcludenza della politica. Sembra la resa all’incapacità di lanciare un progetto che possa rappresentare una novità. Il richiamo ai temi identitari per la corsa al voto, non una traccia di innovazione. Il repertorio fa sbadigliare, però renderà magari più focosi i suoi militanti.
Ius soli, immigrazione, antifascismo: Zingaretti verso l’estremismo
La corsa allo ius soli pare un suicidio annunciato. Insistere sulla cittadinanza facile mentre diventa sempre più facile approdare dall’Africa all’Italia è indecifrabile, incomprensibile. Un regalo al fronte sovranista e se Forza Italia la smette con le fibrillazioni interne, all’intero centrodestra.
Di Maio, in un raro momento di lucidità, lo aveva fatto sapere pubblicamente a Zingaretti, salvo poi accucciarsi pure lui alla propaganda rossa. Il business dell’immigrazione muove interessi sempre più notevoli, ai quali non è estranea la cooperazione rossa. E se vuoi tentare di prendere quei consensi devi scegliere: ius soli o sicurezza. E non è nemmeno casuale la tirata di Zingaretti contro i decreti in materia partoriti dal governo gialloverde all’epoca di Salvini al Viminale. Pressato dalla compagnia migrantista interna al partito, il buon Nick ora pretende una nuova agenda per cancellare quegli atti, anche a costo di umiliare l’alleato che allora li votò, beccandosi anche insulti.
Nello schema identitario di Zingaretti figura anche quel verboso richiamo all’antifascismo, collocato nello statuto, perché qualcuno gli ha messo in testa il nesso tra gli anni Venti del terzo millennio con quelli del secolo scorso. Roba da manuale di neuropsichiatria, ma succede anche questo. Ovviamente, sul pericolo comunista evocato dal Parlamento Europeo presieduto dal compagno Sassoli manco una parola. Nella marmaglia rossa c’è il rischio che si incazzino.
E i pentastellati non sono così diversi…
Non stanno meglio i grillini, che sempre più si ritrovano invischiati negli affari di casta. Denunciavano tutti, ma ora in Procura – adesso quella militare – ci finiscono i loro. Perché è brutta la situazione di Elisabetta Trenta, che deve rispondere di quel privilegio, come lo bollano persino tanti grillini. L’ex ministro della difesa si difende dicendo che lei non può vivere dove si spaccia droga. Povera cocca di mamma, ma lo sa quanti italiani devono convivere con lo spacciatore sotto casa? Che vergogna questa affermazione per giustificare quello che a tutti appare un abuso vero e proprio. E questo aldilà della forma. Perché è la sostanza che indigna: ti prendi un alloggio da ministro (ancora oggi?) e te lo tieni quando ti sbattono fuori dal governo.
Non è certo Di Maio a poterla raccontare giusta. Da giorni leggiamo del suo staff fiabesco alla Farnesina e lui non dice una sola parola. Scarica la Trenta per evitare fulmini su di sé. Potremmo dire che trenta più trenta più trenta, la paura fa novanta…
Infine, l’autentico bordello sulla manovra con tasse che vanno su e giù come le montagne russe. Chiudetela presto questa pratica e riportate velocemente gli italiani alle urne. Magari, preoccupatevi di dirlo anche a Mattarella, sennò si ricomincia come ad agosto…
Ma di Di Maio, lui quante case ha…….non solo a Roma, ma, al suo paese ad Avellino, che grazie al Terremoto, ed hai soldi dei contribuenti, quante case ha ristrutturato gratuitamente al 100%, quanti appartamenti ha oggi ad Avellino. Non ce Avellinese con un solo appartamento di proprietà, GRAZIE AL TERREMOTO.
Da personaggi politici che riescono ad affogare in un bicchier d’acqua rovesciato non si può pretendere la conoscenza della Storia. Eppure vi fu un periodo, attorno agli anni 60 che la nostra vicina Francia del Generale De Gaulle fu super sovranista e vincente. In soli 3 mesi, diconsi 3, cambiò di sana pianta la Costituzione e nel 1966, in nome del SOVRANISMO, uscì dalla NATO, dando gli 8 giorni all’ intero Comando NATO di Fontainebleau, rientrandovi solo nel 2009 grazie al calabraghismo di Sarkozy. Provateci voi Compagni sedicenti e presupponenti, ridotti a dipendere da una masnada di sardine rompiscatole, piazzisti agli ordini degli ineffabili radical e dagli umori di un’ EU di sado masochisti, che vi tengono per le p……
Sono un ex militare di carriera e mi chiedo come mai la moglie di un cinquantenne con il grado di maggiore (mentre a quell’età in genere si è almeno Ten. Col. o Colonnello) possa diventare ministro della Difesa. In Iraq ho avuto come Comandante un Generale che aveva appena 40 anni, certamente uno con le palle, uno che sarebbe un ottimo ministro della Difesa. Ma la Trenta cosa aveva per diventare Ministro? Quale prepara-zione? E adesso dice che l’appartamento è stato dato al marito! Ad un Maggiore dell’EI certamente non spetta un appartamento nel centro di Roma di 180 mq. Fuori subito!
Non hanno nulla da proporre alla gente, solo gestire (assai male) il potere che si sono costruiti nel tempo occupando tutti i gangli vitali di questo Stato ladrone e criminale. Purtroppo i beneficiati li votano e resteranno sempre tra i piedi, invece di sparire come meriterebbero; da sempre per fare cassa si inventano nuove tasse e balzelli sui soliti noti, poi si rendono conto dei danni e delle altre perdite di gettito e le cancellano gloriandosi di averle tolte…………senza vergogna !