A Roma Italia Viva punta sul collegio lasciato libero da Gentiloni. Il Pd si arrabbia
Pd di nuovo in difficoltà a causa dei renziani. L’avviso ai naviganti lo ha dato subito Luciano Nobili, deputato di Italia Viva e braccio destro di Matteo Renzi nella Capitale: «Siamo già al lavoro per individuare il candidato, magari della società civile romana, all’altezza di raccogliere l’eredità di Paolo Gentiloni». Il commissario europeo agli Affari economici, infatti, la settimana scorsa si è dimesso da deputato e dunque, tra marzo e aprile, si tornerà a votare nel collegio di Roma 1, storica enclave del centrosinistra: un seggio sicuro, dicono nelle segrete stanze….
Stavolta il Pd non vuole mollare
Solo che al momento il Pd e Iv sembrano marciare in ordine sparso. “Come si permettono”, dicono infuriati al Nazareno rispetto “alle solite pretese di Renzi“. Ormai è da tempo che i rapporti sono lacerati. Il Pd non vuole mollare e ha in mente due nomi per il quadrante del centro storico: Roberto Gualtieri e Gianni Cuperlo. Le possibilità che alla fine il ministro dell’Economia, che si è dimesso da europarlamentare, accetti la sfida non sono altissime: una sconfitta sarebbe deleteria per gli equilibri del governo. Sicché è più facile che alla fine Nicola Zingaretti punti su Cuperlo, presidente della fondazione dem, ex parlamentare con solide basi a sinistra, già dalemiano nonché ultimo segretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana (Fgci).
Renzi punta sui civici…
Una candidatura che Renzi non potrà appoggiare – Cuperlo lo sfidò anche alle primarie – ecco perché stanno scattando una serie di «carotaggi» esterni. Chi segue il dossier per Italia Viva «parla suggestioni fondate»: Francesco Tagliente, ex questore di Roma. Ma anche due star della musica e del cinema: Paola Turci e Claudia Gerini. Le proposte non sono state ancora avanzate, ma in mancanza di un accordo con il Pd scatterebbe l’opzione civica dei renziani.
Chi naviga in alto mare è il M5S. I grillini dovranno capire due cose: se sostenere un candidato che sia espressione della coalizione di governo (scenario complicatissimo, se non impossibile) e poi decidere chi dovrà indicare il nome. Se la sindaca Raggi, padrona di casa, o Luigi Di Maio, il capo politico. Comunque vada, sarà un test nazionale a un anno dal voto per il Campidoglio. Vietato sbagliare.