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Un fermo immagine del video, tratto dal web, nel quale l’Isis lancia nuove minacce contro il Papa e l’Italia, 25 agosto 2017. L’Isis lancia nuove minacce contro il Papa e l’Italia, sia tramite i suoi canali ufficiali sia per bocca di sedicenti simpatizzanti sulle piattaforme meno accessibili, nascoste nel vortice del web. “Arriveremo a Roma”, dice un jihadista strappando un’immagine del Pontefice, in un filmato di 6 minuti pubblicato dal network dell’Isis al Hayat Media Center nel quale vengono distrutte le statue di Cristo, della Madonna, spezzate le croci all’interno di quello che sembra essere un centro di preghiera cattolico. La furia dei jihadisti si accanisce anche contro Benedetto XVI, la sua immagine viene strappata come quella di Francesco. Il video è stato pubblicato qualche giorno fa per “celebrare” le vittorie militari a Marawi, la città nel sud delle Filippine teatro di violenti combattimenti tra i miliziani di Abu Sayyaf – costola asiatica dell’Isis – e l’esercito filippino che hanno causato decine di morti. ANSA/ WEB ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++
Un fermo immagine del video, tratto dal web, nel quale l’Isis lancia nuove minacce contro il Papa e l’Italia, 25 agosto 2017. L’Isis lancia nuove minacce contro il Papa e l’Italia, sia tramite i suoi canali ufficiali sia per bocca di sedicenti simpatizzanti sulle piattaforme meno accessibili, nascoste nel vortice del web. “Arriveremo a Roma”, dice un jihadista strappando un’immagine del Pontefice, in un filmato di 6 minuti pubblicato dal network dell’Isis al Hayat Media Center nel quale vengono distrutte le statue di Cristo, della Madonna, spezzate le croci all’interno di quello che sembra essere un centro di preghiera cattolico. La furia dei jihadisti si accanisce anche contro Benedetto XVI, la sua immagine viene strappata come quella di Francesco. Il video è stato pubblicato qualche giorno fa per “celebrare” le vittorie militari a Marawi, la città nel sud delle Filippine teatro di violenti combattimenti tra i miliziani di Abu Sayyaf – costola asiatica dell’Isis – e l’esercito filippino che hanno causato decine di morti. ANSA/ WEB ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++

Attacco jihadista nel Burkina Faso, strage di civili. I miliziani arrivano in moto e uccidono 35 persone. Quasi tutte donne

Esteri - di Redazione - 25 Dicembre 2019 - AGGIORNATO 26 Dicembre 2019 alle 11:28

Il bilancio della strage si ferma a 35 vittime. 35 civili uccisi in un attacco di miliziani jihadisti nel nord del Burkina Faso. Secondo le prime notizie che arrivano da Arbinda, nella provincia di Soum, vicino alla frontiera con il Mali. Notizie di cui dà conto, tra gli altri in queste ore, il sito del Corriere della sera. Secondo cui gli assalitori hanno sferrato l’agguato terroristico contro una cittadina che ospita una base militare. Non solo. L’attentato ha scatenato subito dopo un conflitto a fuoco nel quale sono stati uccisi anche 7 soldati e circa 80 jihadisti. Come riferisce il Corriere, dunque, lo stesso presidente, Roch Marc Christian Kabore, ha confernato notizie e bollettino di guerra sull’attentato e sul conflitto a fuoco successivo.

Attacco jihadista nel Burkina Faso: strage di civili

Gli attacchi sferrati da miliziani jihadisti in quell’area geografica dell’Africa si sono intensificati dal 2015. Negli anni, peraltro, si sono susseguiti con una drammatica incidenza proprio in questa  regione, dove hanno già provocato centinaia di morti. Anche per questo, in considerazione di quanto accaduto fino ad oggi, come sottolinea sempre il Corriere della sera, «il bilancio ancora provvisorio fornito dal presidente è senza precedenti per una singola azione». Un’impresa definita da Kabore «eroica», quella dei soldati, che «ha portato all’eliminazione di 80 terroristi». Un contro-attacco difensivo, quello dei militari africani, avvenuto, come confermato dal presidente nel suo messaggio, dopo che «un barbaro attacco ha provocato la morte di 35 civili, per la maggior parte donne». Secondo le forze armate locali, conclude gli aggiornamenti sul caso il Corriere della sera, «all’attacco contro la base di Arbinda hanno preso parte un centinaio di jihadisti arrivati a bordo di moto».

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di Redazione - 25 Dicembre 2019