Autostrade, scontro nel governo sulle concessioni. Pd-M5S nel caos. Volano parole grosse…
Caso Autostrade: è caos nella maggioranza. Pd e 5S nelle peste, divisi su tutto. Ad accendere la miccia, le misure «in materia di concessioni autostradali» approvate ieri, “salvo intese”, con il dl Milleproroghe in Consiglio dei ministri. Dove, a scatenare la reazione dei renziani di Italia Viva, è stata in particolare la norma sulle revoche delle concessioni autostradali. La formazione politica dell’ex premier Renzi ha chiesto infatti che venisse messo a verbale il suo “no” alle norme sul tema contenute nel dl sull’articolo 33. Un no che in serata fonti di Italia Viva spiegano e ribadiscono. Anche attraverso le ministre di Iv che adducono un principio di civiltà giuridica per cui non si cambiano le regole in corso d’opera. Per le stesse fonti, l’effetto sugli investimenti internazionali sarebbe stato peggiore dell’emendamento sull’Ilva.
Autostrade, il governo è spaccato. Tutti contro tutti: Pd, M5S, IV
Caos sulle concessioni autostradali: si prospettano profili di incostituzionalità
Non solo. A sottolineare la spaccatura nel governo è ovviamente l’opposizione, con il deputato della Lega e responsabile nazionale Trasporti, Edoardo Rixi. L’esponente del Carroccio, a dir poco critico, dichiara: «Il governo, in consiglio dei ministri, si spacca sulle concessioni autostradali: si prospettano profili di incostituzionalità sull’art.33 del Milleproroghe con conseguenze enormi sulla manutenzione delle autostrade. Investimenti su nuove infrastrutture, Gronda in primis. E sicurezza degli automobilisti, a partire dalla realizzazione delle terze corsie e dalla messa a norma delle gallerie. Per non parlare – aggiunge Rixi – delle migliaia di posti di lavoro a rischio e al collasso di Anas. La quale, per come è strutturata, oggi non sarebbe in grado di sostenere il peso concessorio di migliaia di chilometri di autostrade». Durissima la reazione dell’Aiscat: «Il governo – ha spiegato stamane al Giornale Radio Rai il presidente Fabrizio Palenzona – non è capace di trovare una soluzione e cerca una scorciatoia. Ma così distrugge un intero settore. Mi sembra veramente un salto nel buio. Dannoso non tanto per le concessionarie, per le quali è comunque devastante, ma soprattutto per il sistema Paese. Per la credibilità e per gli investitori internazionali. Oltre che per migliaia di risparmiatori che hanno investito in borsa nelle società autostradali».