Brexit, smascherate le balle della sinistra pro Ue: l’accordo di libero scambio con Londra si farà

18 Dic 2019 17:31 - di Antonio Pannullo
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Brexit, il terrorismo psicologico della sinistra europea era in malafede strumentale. Non cambierà quasi nulla, come avevamo scritto. E lo ha reso noto proprio il nostro premier. La presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea alla Croazia “coinciderà con la fase cruciale della Brexit. Siamo confidenti in una Brexit ordinata e in un accordo sul libero scambio entro il termine prefissato del dicembre 2020, con reciproca soddisfazione del Regno Unito e dell’Unione europea”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte subito dopo l’incontro con il primo ministro della Repubblica di Croazia, Andrej Plenkovic.

Brexit. la Ue dovrà implorare Londra per i commerci

Dall’Unione europea, altra propagandista feroce anti-Brexit, giunge la conferma. Dopo la vittoria di Boris Johnson nelle elezioni del 12 dicembre “pensiamo che l’accordo di ritiro sarà ratificato di qui alla fine di gennaio”. Dunque, resterà “pochissimo tempo” per negoziare un accordo tra Ue e Regno Unito sulla relazione futura, fino alla fine del 2020. Lo dice la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, intervenendo nella plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo. “Ma quando guardo i coraggiosissimi eurodeputati che hanno difeso il Remain – continua – tutto quello che posso dire è che siamo desolati, ci mancherete: grazie per il vostro coraggio, grazie per essere stati al nostro fianco”.

“Non ci mancheranno mai – dice ancora, tra le proteste degli eurodeputati del Brexit Party – quelli che gridano e protestano. E ora, grazie a Dio senza di voi, stiamo costruendo la nostra futura partnership con il Regno Unito”. La porta in faccia della Brexit brucia a Bruxelles. “Dovrà essere la più stretta possibile – aggiunge – sarà chiaramente diversa da quella di oggi: il Regno Unito sarà un Paese terzo”, ha detto, sapendo di fare una velata minaccia. Peccato che Trump ha già promesso un grande accordo commercialecon Londra. La Ue dovrà implorare al Regno UNito di far entrare i suoi prodotti nell’isola. Altro che Paese terzo.

Johnson non vuole altre proroghe

Per giunta Boris Johnson non vuole proroghe al periodo di transizione post Brexit che terminerà a fine 2020. L’emendamento che il governo intende introdurre al Withdrawal Agreement Bill, è molto chiaro. Intende infatti cancellare l’attuale clausola che prevede un’estensione fino a due anni della fase di transizione. Johnson intende usare la scadenza di dicembre 2020 per fare pressioni su Bruxelles nel negoziato per il nuovo accordo commerciale che dovrà regolare i rapporti tra Regno Unito e Ue. Una strategia che preoccupa la Commissione europea, che teme che 11 mesi siano un periodo di tempo insufficiente per negoziare un accordo così complesso. Per Michael Gove, esponente di punta del governo Johnson, questo rischio non esiste, perché sia Londra e che Bruxelles “si sono impegnate a garantire che ci sarà un accordo” entro la fine del 2020.

Commenti

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  • Giuseppe Forconi 20 Dicembre 2019

    La UK e fuori dalla UE e ne sono contenti. Johnson ha capito molto bene come funziona la UE e in cuor suo non ha voluto che la UK continuasse a bancare una istituzione nata storta, forse l’idea primaria era buona, ma la cupidigia dei membri ha travolto ogni aspettativa e il buon fine. Ora sicuramente altri Paesi dell’unione si stanno chiedendo se ne vale pena foraggiare tale mostruoso aspira denaro e quali reali vantaggi ne potranno trarre da questa adesione. Staremo a vedere, il tempo c’e’ e forse anche la pazienza.